A poche ore dal voto storico della Gran Bretagna che ha di fatto stabilito la sua volontà di lasciare definitivamente l'Unione Europea, sia economicamente che politicamente, si susseguono comunicati stampa e dichiarazioni. Il primo ministro Cameron ha annunciato le proprie dimissioni entro ottobre, aggiungendo che in questo lasso di tempo accompagnerà il paese verso la scelta espressa tutelando l'interesse collettivo.

La decisione di Cameron, sostenitore oramai battuto del "remain", rappresenta un atto dovuto, coerente con il mancato allineamento tra le sue convinzioni politiche e la scelta fatta dal paese.

Nigel Farage, il Robin Hood inglese e quella frase ritenuta offensiva 

"Abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile". Questo, tra gli altri, il commento di Nigel Farage che ha fatto infuriare i social. Il riferimento alla tragica morte della deputata inglese Joe Cox è sembrato evidente. Immediate le reazioni indignate. Nigel Farage è il fondatore dello UK Independence Party, e considera il 23 giugno come l'Independence Day britannico.

Da anni è impegnato in una politica della gente, con battaglie a multinazionali e banche. E proprio il riferimento alla gente è comparso spesso nei suoi primi commenti. Farage ha sempre considerato la politica europea come la causa del prossimo fallimento degli stati, anziché il contrario. Sono numerosi gli esponenti politici, filosofi ed economisti che condividono la sua visione.

Il passo indietro di Renzi e la mancanza di coerenza politica

Mentre da ogni parte si parla di Brexit, in Italia i principali quotidiani stanno monitorando le reazioni di Matteo Renzi. Dopo la pessima pubblicità incamerata con la beffa degli 80 euro, prima elargiti e poi chiesti indietro tutti insieme, "Il Fatto Quotidiano" ricorda come, nei mesi  passati, il primo ministro Renzi non facesse altro che annunciare le sue dimissioni in caso di perdita del referendum di ottobre, quello in cui i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla volontà o meno di cambiare la costituzione. Le ultime notizie fanno sospettare invece un clamoroso passo indietro.

Il referendum d'autunno, come riportato dai principali quotidiani, potrebbe subire due importanti cambiamenti. Slittare e spersonalizzarsi. Cioè a dire: prendiamo tempo e in caso di sconfitta nessuno si dimette. Un pessimo messaggio questo, in contrasto con la coerenza di Cameron e di tutti quei politici che quando ci mettono la faccia poi la mantengono.

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