Può un evento sportivo, pur di grande importanza, influenzare la Storia, quella con la S maiuscola? La risposta d'istinto è ovviamente "no", dettata dalla razionalità. Ma se gli uomini fossero razionali non esisterebbero guerre e violenze nel mondo, pertanto tutto è possibile. Questa incredibile storia è spunto per un bellissimo libro in cui il giornalista Gigi Riva (soltanto omonimo dell'ex attaccante del Cagliari e della Nazionale azzurra, ndr) affronta la guerra che insanguinò i Balcani negli anni '90. Il titolo del volume, edito in Italia da "Sellerio", è "L'ultimo rigore di Faruk" e prende spunto dal calcio di rigore fallito da Faruk Hadzibegic nella sfida dei quarti di finale dei Mondiali italiani del 1990 tra Jugoslavia ed Argentina.
Il match venne vinto dai biancocelesti ai calci di rigore, la squadra capitanata da Diego Maradona si qualificò per le semifinali dove avrebbe sconfitto l'Italia, sempre dagli undici metri. Decisivo, nel match disputato contro gli slavi, l'errore dal dischetto del capitano, l'ultimo capitano di una Nazionale che nel giro di due anni si sarebbe disgregata così come l'intero Paese. "Se avessimo battuto l'Argentina, se fossimo andati avanti ed avessimo vinto la Coppa del Mondo - dice il diretto interessato, oggi allenatore del Valenciennes in Francia - forse non ci sarebbe stata la guerra".
Dalle Curve ai massacri
Il mondo del calcio che avrebbe potuto evitare una carneficina, fu invece serbatoio di carnefici nella ex Jugoslavia.
Basta pensare a Zeljko Raznatovic, meglio noto come Arkan, capo degli Ultras della Stella Rossa di Belgrado, la frangia dei tifosi più violenti della capitale serba da lui trasformati nelle "tigri", le letali milizie che si resero protagoniste di efferati crimini di guerra. Sempre nel 1990 fu tristemente celebre una gara disputata a Zagabria tra la locale Dinamo e la Stella Rossa, culminata in scontri sul terreno di gioco che videro protagonisti tifosi e giocatori.
Molti di questi supporters, dell'una e dell'altra parte, si ritroveranno sul campo di battaglia a Vukovar, nel 1991, durante la guerra di secessione croata. Un anno dopo la Jugoslavia, trionfalmente qualificata agli Europei di Svezia del 1992, avrebbe giocato la sua ultima partita contro l'Olanda. L'inossidabile capitano, Faruk Hadzibegic, subito dopo quel match, dichiarò che la sua Nazionale non avrebbe preso parte al torneo continentale.
"Ho difeso questa maglia contro tutto e tutti ma ormai non ha più senso - furono le sue parole - perché il mio Paese, la mia gente, muore sotto i bombardamenti. Da capitano mi assumo la responsabilità di sciogliere la squadra, la Jugoslavia non esiste più".