Golpe in Turchia nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 luglio. Lo riportano le agenzie internazionali, Cnn in testa, con le edizioni straordinarie dei telegiornali delle principali emittenti italiane a riprendere la notizia. Confusa la ricostruzione dei fatti. L'impressione è che si tratti di un 'Golpe dolce', che al momento conta solo tre feriti. Quel che è certo è che i carri armati dell'esercito turco sono scesi lungo le strade delle due principali città , Ankara e Istanbul. Presidiati i punti strategici del paese, con l'obiettivo di sfiduciare il governo Erdogan.

Meno chiari, al momento, appaiono altri fatti, questo anche per l'oscuramento della tv turca. La gente è sì scesa in piazza, ma non è chiaro se per appoggiare l'esercito o protestare contro di esso. Il paese è infatti spaccato da tempo tra favorevoli e contrari al governo Erdogan. Certa, invece, la corsa al bancomat della popolazione, per prelevare soldi dinanzi a crescenti rischi e incertezze. Il vero giallo riguarda poi il destino di Erdogan: le agenzia hanno riferito di una richiesta di asilo, nell'ordine, a Berlino, Londra, Roma e Qatar. Se solo una di queste ipotesi fosse confermata, il Golpe sarebbe dunque riuscito e il leader turco in fuga.

A un certo punto della notte è però trapelato che il capo della marina militare turca non era intenzionato ad appoggiare il Golpe militare, mentre il vice ministro turco ha dichiarato che il governo era ancora in carica.

C'è stata anche una dichiarazione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: "seguo con preoccupazione l'evoluzione dei fatti in Turchia, che è un valido alleato della Nato", commento che è sembrato una presa di distanza da Erdogan. Questo ha fatto osservare ad alcuni commentatori Sky che dietro al Golpe potrebbe esserci il governo statunitense.

Allargando lo sguardo a livello geopolitico, del resto, la Turchia è un paese nevralgico per gli equilibri della Nato e dell'Unione Europea. Usando una metafora, se l'Europa è una palazzina che ha nell'Italia e la Spagna le sue terrazze e nella Germania e la Scandinavia i piani nobili, la Turchia è un po' uno scantinato disordinato, ricco di grovigli e di sporco da tenere sotto il tappeto.

Sul piano militare, infatti, la Turchia è strategica nel rallentare l'avanzata dell'Isis in Medio Oriente, materia che gli Stati Uniti certamente preferirebbero controllare direttamente. Sul piano dei rifugiati, la Turchia ha recentemente firmato con l'Ue un accordo da 6 miliardi per bloccare la rotta dei migranti, gestendoli in proprio. Ora questo accordo potrebbe saltare. Sembra quindi che un incendio arda nelle fondamenta di 'Casa Europa'. Di che entità sia e se si tratterà di un fuoco rigenerante o devastante lo diranno solo i prossimi giorni, forse mesi.