Sono passati quindici anni da quel giorno che ha visto tutto il mondo guardare, chi dal vivoe chi alla televisione, il tragico evento destinato a cambiare per sempre la storia moderna. Son sicuramente stati fatti dei passi avanti nell'ambito della sicurezza, dopo quel fatidico eventoche ha visto il pugno del terrorismoabbattersicon estrema violenza sulle vite di quasi tremilapersone; eppure il pericolo, la paura e la violenza non sono mai spariti, così come non accennano a sparirele minacce di chi promuove l'odioe la guerra fra i popoli.
Una nuova chiamata alle armi
È proprio in occasione del quindicesimo anniversario dell'11 settembre 2001 che il leader di Al Qaeda,Ayman al-Zawahiri, invita tutti i mussulmani a combattere tramite un appello posto sul web. Nel video, riportato daRita Katz di SITE (Search for International Terrorist Entities), si fa riferimento all'attentato dell'11 settembre come all'evento che ha rimesso in equilibrio la posizionedell'Islamnei confronti del suo eterno nemico, dimostrando la potenza dei musulmani, ora di nuovo chiamati ad uscire nelle strade e a diffondere la paura fra le persone.
Nelmessaggio rilasciato, al-Zawahiri estende l'appello anche alle comunità afro-americane, puntando il dito contro gli Stati Uniti e la politica di egemonia ed oppressionecon la quale si accanisce contro le minoranze.
Dopo le numerose manifestazioni svoltesi nelle piazze statunitensi e molto spesso sfociate nel sangue, le parole del leader di Al Qaedapotrebbero rischiaredi tradursi in nuove ondate di violenza, alimentando il terrorenon solo sul suolo americano, ma in tutto il mondo. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del movimento terroristico, l'Islam sarebbe l'arma in grado di salvare gli afro-americani dalla morsa delle comunità bianche.
Volto diverso, ma stessa indole
A 15 anni di distanza dall'attentato alle Torri Gemelle ed al Pentagono, la minaccia del terrorismo non sembra cessare, anzi è aumentata, se si conta che oraha un nuovo volto ed un nuovo nome. Si chiama Isis, movimento terroristico non in linea con le metodologie di Al Qaedae con l'autorità del suo leader, non riconosciuta come legittima dai membri del Califfato.
Si tratta ovviamente di merequestioni di egemonia, poiché l'indole omicida e la propensione alla brutalità sono le stesse. Entrambi i movimenti mirano ad ampliare i loro confini e la rete di agganci con vari gruppi estremisti provenienti dalle parti più disparate del mondo.Secondo quanto dichiaratodaAndrea Manciulli, direttore del rapporto Nato sul terrorismo jihadista, nonostante il Califfato rappresenti attualmente la principale minaccia terroristica, il movimento di Al Qaedanon va assolutamente sottovalutato, in quanto fenomeno tutt'altro che estinto, ma anzi tutt'ora attivo e deciso adiffondere la paura e l'insicurezza fra gli innocenti.