Il polverone mediatico che ha sollevato il caso di Giada Vitale, ha riacceso i riflettori su un processo dai risvolti poco chiari e che grida ancora vendetta.Come abbiamo raccontatonei giorni scorsi, il Tribunale di Larino ha emesso una sentenza con cui assolve don Marino Genova, ex parroco di Portocannone, dall'accusa di violenza sessualeper i rapporti avuti per quattro anni con la ragazzina dal compimento del quattordicesimo anno di età e lo rinvia a giudizio contestandogli unicamenteatti sessuali(non violenza, ndr) perpetrati nel periodo precedente, ovvero, nelperiodo compreso tra l'aprile e il giugno del 2009.

Non c'è stato alcun abuso, ha stabilito il giudice Daniele Colucci, perché Giada ha acconsentito ai rapporti sessuali, senza subire violenza, né fisica né psicologica, anche quando aveva solo 13 anni.

Ma l'involontaria protagonista di questa storia continua a sostenere l'esatto contrario, a mostrare le prescrizioni degli psicofarmaci che assume quotidianamente da tre anni e parla di sé descrivendosi come un'adolescente estremamente fragile anche per via della prematura scomparsa del suo papà quando lei aveva solo 3 anni, e la morte della nonna avvenuta poco prima di incontrare don Marino.

In arrivo una lettera per Papa Francesco

Tra i tanti appelli della ragazza andati a vuoto negli anni, uno ha fatto breccia nel cuore del consigliere regionale Nunzia Lattanzio, barese di origine ma residente a Campobasso dove per otto anni riveste il ruolo di Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni, una laurea in pedagogia nel cassetto e una vita passata a difendere le fasce più deboli.

Giada l'aveva già conosciuta tre anni fa, proprio in quelle stanze del Tribunale di Larino poco prima di un'udienza e da allora si è creata un'intesa che, con il tempo, è diventata sempre forte.

Oggi Nunzia Lattanzio torna a fa sentire la sua voce sulla vicenda, prendendo le distanze da quella che definisce una sentenza ingiusta, come ingiusta è la mancata decisione del Vaticano di destituire don Marino Genova dallo stato clericale.

Pertanto, nei prossimi giorni, la donna invierà una lettera al Pontefice, che spesso ha dichiarato di voler ripulire la Chiesa dagli scandali, e alla Congregazione della Fede, per chiedere l'avvio della procedura.

Il monito della Lattanzio: "Non fare nulla è immorale"

Ne ha per tutti Nunzia Lattanzio, dice che l'omertà rende tutti complici, se la prende con gli ambienti politici e clericali, che continuano a mantenere un silenzio assordante e li sprona a prendere una posizione chiara e decisa.

Uniche due note positive: non tutti sono omertosi e Giada non è sola. Da anni è assistita e supportata dall'associazione Rete l'Abuso onlus del presidente Francesco Zanardi, che dal 2009 ad oggi, ha scovato, denunciandoli, oltre quattrocento casi di abusi e violenze sessuali da parte di uomini in abito talare.

Per Giada, dunque, non tutto è perduto.