USA e Corea del Sud replicano al quinto test nucleare effettuato dalla Corea del Nord venerdì scorso, facendo sorvolare a bassa quota due bombardieri supersonici abilitati al trasporto di armi nucleari sopra la base di Osan, a 120 chilometri dal confine nord coreano. La reazione delle due alleate non sarebbe un caso isolato, ma un’altra dimostrazione di “non resa” da parte degli Stati Uniti al governo di Pyongyang, che intende portare avanti il suo programma militare “atomico” a titolo “preventivo”.

Il presidente supremo nord coreano Kim Jong-un, aveva infatti dichiarato positivo l’esperimento atomico del 9 settembre, giorno in cui si è celebrato il 68° anniversario della nascita della Repubblica Democratica di Corea, sollevando l’indignazione da parte dei governi nazionali.

Il volo fino al confine nemico dei due cacciabombardieri insieme ad alcuni aerei da combattimento manifestano l’intenzione del governo di Washington di tutelare senza riserva la Corea del Sud, prezioso punto strategico statunitense in territorio asiatico, da tempo preoccupata per le ambizioni tecnologiche del suo vicino. Il graduale progresso della tecnologia militare della Nord Corea era stato già presentito dal governo di Seul, che non dispone di bomba atomica ma si affida all’ala protettrice degli Stati Uniti. L’esperimento nucleare ha infatti confermato le attese del dittatore Kim Jong un, in quanto consente l’installazione su missile di testate nucleari: a seguito del lancio, si è verificato un terremoto di magnitudo 5.3, registrato addirittura dai sismografi italiani, a conferma della potenza delle nuovi arme brevettate.

L’allarme di un’imminente guerra nucleare con il volo “dimostrativo” dei due cacciabombardieri statunitensi, ad indicare la difesa incondizionata a stelle e a strisce dell’amica Seul, è la quinta in corso dal 2006, anno in cui la Corea del Nord ha espletato il suo primo test provocatorio sulla bomba atomica, diventandone il nono Paese detentore al mondo, malgrado le contestazioni generali e le sanzioni da parte dell’Onu ad ogni esperimento dichiarato.

La vivida ostilità ancora presente in questo territorio trova le sue radici all’alba del secondo Dopoguerra, periodo in cui la penisola passò dalle mani dell’Impero Giapponese, alle due superpotenze artefici della Guerra Fredda, Russia e Stati Uniti, che divisero il Nord sovietico dal sud filo – statunitense. Nel giugno del 1950 la Corea del Nord invase la Corea del Sud, provocando la reazione dell’Occidente e l’intervento delle Nazioni Unite, in un conflitto terminato nel 1953, con la radicale divisione della Corea in due Stati e un nulla di fatto, fino ad oggi, sul fronte della pace.