Dopo l' espulsione dal Marocco avvenuta poco tempo fa, l'inviato della trasmissione Le Iene Luigi Pelazza si ritrova nuovamente sotto i riflettori.Questa volta viene accusato dalla Bosnia (stato situato nei Balcani occidentali con capitale Sarajevo)di aver girato e mandato in onda il 2 Ottobre 2016 un servizio falso sul traffico delle armi, finito con l'arresto di cinque persone.Le persone interpreti del filmato non sarebbero trafficanti di armi, bensì tossicodipendenti che avrebbero percepito dei compensi economici per prestarsi a questa sceneggiata.
Davide Parenti, il creatore del programma,difende invece il servizio girato dal giornalista.
Ecco cosa dichiara Pelazza
L'inviato nega tutto, dichiarando che non aveva nessun motivo per inscenare i fatti inerenti il traffico di armi, in quanto lui in prima persona in poche ore è riuscito ad impugnare fucili da cecchino, Kalashnikov , granate e mitragliette con silenziatore usate nella Guerra di Bosnia e che ha perfinopotuto provare in un bosco.Uno dei trafficanti avvicinato da Luigi Pelazza, ha addirittura confidato di essere già stato in Italia e di essere ritornato nella sua Patria dopo aver scontato 10 anni in carcere a Rebibbia, e di aver venduto centinaia di fucili AK-47 a turchi, arabi ed africani, spiegando nei dettagli come si procede per le esportazioni.Le spedizioni attraverserebbero i valichi di Slavonski Brod città della Croazia senza alcun controllo, come testimoniato dal giornalista di Mediaset, per raggiungere la Slovenia e l'italia (attraverso Trieste).La Bosnia è da anni al centro di inchieste sul jihadismo con diversi soggetti noti alle autorità di tutto il Mondo che hanno predicato per anni il radicalismo islamista.Le autorità bosniache accusano l'inviato delle Iene e la sua troupe di aver danneggiato l'immagine della Bosnia in relazione alla lotta al Terrorismo, ed hanno informato le autorità competenti italiane per ulteriori procedimenti. Per aggiornamenti su questa ed altre notizie di cronaca, cliccate Segui.