Tiziana cantone aveva denunciato per diffamazione coloro che avevano diffuso il video hard in rete, ma, per la procura, sui quattro indagati non esistono i presupposti per procedere penalmente. Quindi il pm ha deciso di chiedere l'archiviazione del caso, e nessuno dei quattro risulta essere iscritto nel registro degli indagati per il reato di violazione della privacy. La prima parte dell'indagine sul suicidio di Tiziana si chiude con un nulla di fatto, e con un'altra sconfitta per la famiglia della ragazza.

Non riescono ad accettare che si possa distruggere la vita di una persona con un video, senza poter fare niente per impedirlo, e senza punire coloro che l'hanno diffuso in maniera irresponsabile.

La sofferenza di Tiziana Cantone

La diffusione dei video fu per Tiziana Cantone un periodo di sofferenza che si vede da come sporse denuncia. In prima battuta dichiarò di aver smarrito il suo telefonino che conteneva i filmati hard, poi ritrattò e dichiarò invece che fu lei stessa ad inviarli ai suoi quattro amici, ma che non ne aveva previsto la diffusione. Alla fine Tiziana Cantone fu costretta a ritirare la querela nei confronti dei quattro uomini, perché aveva capito che, non avendo in mano degli elementi certi e consistenti, sarebbe andata incontro ad una denuncia per calunnia.

Prosegue l'indagine per istigazione al suicidio

Non si è fermata invece l'inchiesta riguardante l'induzione al suicidio, che vede indagate sempre le solite persone, che sarebbero colpevoli di aver costretto la ragazza al suicidio per la vergogna. Non è chiaro se all'interno dell'indagine siano state inserite anche altre persone colpevoli di diffusione virale dei video. E' probabile però che la procura stia procedendo sempre nei confronti delle quattro persone che hanno messo in rete i vari video di Tiziana Cantone. L'inchiesta sull'induzione al suicidio è rimasta l'unica, e la famiglia di Tiziana che cerca giustizia per la morte della figlia, spera che almeno questa volta arrivi qualche condanna.