Radio Maria è nella bufera, dopo le sconvolgenti e dure parole pronunciate da Padre Cavalcoli in occasione di un programma radiofonico, durante il quale ha giustificato l'avvenuto terremoto nel Centro Italia come un castigo divino, dopo le unioni civili.

Parole oltraggiose

Parole che sono subito rimbalzate tra i tanti fedelissimi che seguono giornalmente Padre Livio e la sua più famosa emittente, Radio Maria, di Erba, provincia di Como; una piccola emittente che però ha un grande seguito ed altrettanta importanza perché punto di riferimento di tanti fedeli in cerca della parola di Cristo.

Inutile dire quante siano state le migliaia di persone che, dopo aver udito le agghiaccianti parole di Padre Cavalcoli, hanno preso chi carta e penna, chi il telefono, chi la tastiera di un pc per manifestare tutto il disappunto e contestare, dissociandosi, le parole offensive pronunciate dal prelato.

L'indignazione dei fedeli

"Questa non è la religione in cui credo" si legge in uno dei tanti post in giro per i social network, ma la parola che si legge più frequentemente è solo una: "Vergogna"; già e Padre Cavalcoli di vergogna ne dovrebbe provare tanta dopo aver paragonato il Terremoto ad un castigo divino.

Se non siamo ancora certi sul fatto che il prelato abbia compreso il suo grande errore, lo siamo invece sul fatto che sia Radio Maria che il vaticano stesso hanno pubblicamente preso le distanze dalle odiose affermazioni, sottolineando come queste siano frutto di un'immagine della Chiesa preistorica, che nulla ha a che fare con l'opera di apostolato che si svolge oggi, ad opera di Papa Francesco, così come di tutti i prelati a laici in tutte le chiese e luoghi di aggregazione cattolica.

Insomma la Chiesa Cattolica ha un'altra visione di Dio, che nulla ha a che fare con punizioni divine. Come tengono a sottolineare dal Vaticano: "Dio non punisce, perdona!"; ma il portavoce del Vaticano non si sofferma solo a questo chiarimento, ma a nome dello Stato del Vaticano e della Chiesa tutta chiede scusa.

Pubbliche scuse quindi. Scusa a tutti i credenti della Chiesa cattolica, scusa ai non credenti ma soprattutto scusa ai terremotati che in questo momento più che di parole oltraggiose hanno bisogno di sentire tutto l'affetto ed il sostegno che possiamo loro assicurare.