È ufficiale ed è stato confermato dalla Farnesina: Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in libia lo scorso 19 settembre, sono stati liberati. Insieme a loro è stato liberato anche l'ostaggio italo canadese Frank Poccia. I due sono già rientrati in Italia nelle primissime ore di questa mattina e sono stati portati subito alla caserma dei carabinieri del Ros, in via Ponte Salario a Roma, per essere interrogati dal pm titolare dell'inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Per quanto riguarda Poccia, se ne sta occupando il ministero degli Esteri canadese in contatto con i nostri diplomatici.
I tre stanno bene e sono apparsi in ottime condizioni di salute.Perquisizione alla Bonatti per gli ostaggi uccisi in LibiaLibia, liberati gli ostaggi Calcagno e Pollicardo.
Liberati dal Consiglio presidenziale libico
Secondo alcune fonti libiche, giudicate attendibili, Calonego, Cacace e Poccia sarebbero stati liberati dalle forze di sicurezza del Consiglio presidenziale della Libia; a quanto pare, la loro liberazione è stata compiuta tramite un blitz. Il consiglio comunale di Ghat, la città al confine algerino dove i tre erano stati rapiti, ha dichiarato che gli ostaggi liberati erano in buona salute, circostanza chiarita anche dagli stessi tecnici al loro rientro nel nostro Paese, oltre a specificare di non aver subito violenze durante la prigionia.
Inoltre, la giunta di Ghat ha escluso, come già aveva fatto nei mesi scorsi, che i tre siano stati rapiti da un gruppo di terroristi, ritenendo invece che a compiere il sequestro sia stata una banda di fuorilegge già noti per altro alle autorità. Quel che conta, comunque, è che l'incubo sia finito per i tecnici e le loro famiglie: "Anche se non lo abbiamo ancora sentito, ho saputo che mio fratello è libero ed è in Italia, e sono felice.
Aspettiamo tutti il suo rientro" ha detto a caldo Daniela Calonego, sorella di Danilo, da Belluno. "Abbiamo passato dei giorni infernali, ma ora è tutto finito - ha dichiarato invece dalla provincia di Cuneo Maria Margherita Forneris, madre di Cacace - abita con me, non vedo l'ora di riabbracciarlo. La comunità di Borgo San Dalmazzo (il loro paese, n.d.r.) mi è stata sempre vicino in questi mesi, adesso festeggeremo con tutti la sua liberazione".