Un asteroide, grande come quegli enormi silos delle raffinerie, ha “sfiorato” la Terra, arrivando ad una distanza di 160mila chilometri. La metà di quella che separa il nostro pianeta dalla Luna o quella necessaria per fare quattro volte il giro del mondo. In termini astronomici una distanza irrisoria e tale, in caso di ulteriore avvicinamento, da far entrare l’asteroide nel raggio di attrazione della gravità terrestre.

Eppure, gli scienziati che sorvegliano, costantemente, le eventuali minacce provenienti dallo spazio, non se ne sono accorti o, meglio, se ne sono accorti solo meno di due giorni prima, quando eventuali contromisure sarebbero state difficili da adottare.

Sicuramente, l’asteroide 2017 Ag13 non avrebbe causato eventi catastrofici né messo a rischio la sopravvivenza dell’umanità ma un bolide di quelle dimensioni, se avesse colpito un centro abitato avrebbe di certo causato enormi danni e, probabilmente, vittime.

Kef2013 frantumò 200mila finestre

Era già successo il 15 febbraio 2013, quando l’asteroide Kef2013 si frantumò sopra la città russa di Chelyabinsk ma precipitò nel lago Cebarkul. Le prime notizie, dopo l’evento, furono allarmanti perché c’erano oltre mille feriti. Ferimenti e danni agli edifici che vennero attribuiti alla pioggia di detriti seguita alla frantumazione della meteora. In effetti, se le conseguenze furono proprio quelle, la causa non fu la pioggia detriti, perché non c’era stata.

Responsabile di tutto fu l’enorme onda d’urto generata dalla caduta del bolide nel lago. Andarono in frantumi 200mila finestre e le schegge di vetro colpirono migliaia di cittadini, oltre a creare notevoli danni.

Viene, quindi, da chiedersi come sia possibile che, con telescopi e strutture dedicate che scrutano ininterrottamente lo spazio per prevenire le minacce al nostro pianeta, nessuno si sia accorto di nulla, fino all’allarme lanciato 40 ore prima dagli scienziati del Catalina Sky Survey.

Secondo l’astronomo Eric Feldman, dello Slooh Observatory, questo asteroide si sposta ad una velocità di 16 chilometri al secondo, superiore alla media ed effettivamente è passato vicinissimo alla Terra. Ma forse è troppo piccolo per essere rilevato dai loro centri di osservazione cosmica. Tra l’altro sarebbero anche stati colti di sorpresa perché questi asteroidi passano ad una distanza molte volte superiore a quella di 2017 Ag13.

In Siberia una meteora abbattè milioni di alberi

Senza contare che questo asteroide non può essere considerato un Neo (near-Earth object), vale a dire un corpo celeste o artificiale di dimensioni tali (tra i cento e i mille metri) da poter causare un cataclisma globale e, quindi, non compare nella catalogazione effettuata dal programma Neowise.

Tuttavia, gli effetti di un asteroide al di sotto dei centro metri sono tutt’altro che fuochi artificiali. Kef2013, quello caduto in Russia, era di appena 15 metri e ha generato nell’impatto con l’atmosfera un’esplosione di 500 megatoni, 2017 Ag13 ne avrebbe sviluppati 700. Per fare un confronto la seconda bomba atomica, quella sganciata su Nagasaki era 20 chilotoni.

Un asteroide delle dimensioni di circa 50 metri potrebbe avere delle conseguenze simili a quelle che seguirono il cosiddetto “evento di Tunguska”, verificatosi in Siberia il 30 giugno del 1908. La causa non è certa ma, presumibilmente, l’impatto e l’esplosione di una cometa o di un grosso meteorite abbatté decine di milioni di alberi e sviluppò un bagliore che poterono osservare fino a 700 chilometri di distanza.