L'arresto ha vuto luogo stamattina ad opera dei Carabinieri e Guardia di Finanza in seguito alle indagini per corruzione relative all'inchiesta Consip, la centrale di spesa della pubblica amministrazione. L'imprenditore campano Alfredo Romeo è stato portato in carcere da un'ordinanza del Gip del tribunale di Roma. L'indagine, risalente a qualche mese fa, era partita dalla Procura di Napoli, nata da sospette irregolarità nelle assegnazioni di appalti, ed era stata portata avanti dai pubblici ministeri John Woodcock e Celeste Carrano, magistrati dell'antimafia.

Il collegamento con l'antimafia è dato dal legame con i clan mafiosi da parte di alcuni dipendenti della ditta di pulizia appartenente al gruppo dell'imprenditore Romeo: la ditta ottenne l'appalto per ospedale Cardarelli di Napoli. L'appalto risultò originare da un sistema di tangenti, che sarebbero state utilizzate anche per ottenere lavori pubblici nella zona del napoletano.La trama criminosa è saltata fuori grazie alle intercettazioni telefoniche ambientali ed altre prove sono state acquisite in seguito a sequestri e perquisizioni. Infatti in una discarica di Roma erano stati ritrovati antecedentemente dei "pizzini" riconducibili a Romeo, nei quali l'imprenditore avrebbe annotato cifre e destinatari delle tangenti in questione.

Da quella scoperta poi si sono ramificate le indagini sugli appalti della Consip, indagini che sono così arrivare alla Procura di Roma che sta procedendo da allora in parallelo con quella napoletana.

I soldi promessi a Renzi

Anche il padre dell'ex premier Matteo Renzi, Tiziano, insieme all'imprenditore Carlo Russo, sono finiti nel mirino per le relazioni intercorse tra i due e l'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni.

Secondo Romeo i due si facevano promettere soldi mensilmente per mediare con Marroni riguardo lo svolgimento delle gare.Tiziano Renzi replica che gli unici soldi che vedrà in questa faccenda saranno quelli del risarcimento danni per diffamazione e aspetta il processo atteso per il 16 marzo.