La tesi di dottorato in Scienze dell’economia e del lavoro, conseguita dall’attuale ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, sarebbe stata copiata, almeno in parte, da altre pubblicazioni. Lo studio, dal titolo roboante di ‘Essays on the effects of flexibility on labour market ourcome’, è stato presentato nel 2008 presso la prestigiosa Scuola Imt di Alti Studi di Lucca, rettore Fabio Pammolli. Ma solo oggi il mistero del suo presunto plagio viene svelato dal Fatto Quotidiano. Il giornale diretto da Marco Travaglio ha utilizzato due software anti-plagio, PlagScan e iThenticate, e attraverso sofisticati algoritmi ha scoperto che circa 4000 parole della ‘fatica accademica’ della madia potrebbero essere state plagiate da altri testi scientifici.
L’interessata, contattata dal quotidiano, smentisce tutto con un breve sms.
Tutti i dubbi sulla tesi della Madia
Dunque, secondo quanto scrive la giornalista Laura Margottini, se si escludono bibliografia, figure e tabelle, in 35 delle 94 pagine della tesi di Marianna Madia ci sarebbero intere frasi identiche a quelle di altri lavori. In totale, sarebbero ben 4.000 le parole per cui è stato usato il copia/incolla. Il ‘trucco’ utilizzato sarebbe molto semplice: citare le fonti consultate solo in bibliografia, senza segnalare però il punto preciso del testo e, soprattutto, senza inserire le virgolette (obbligatorie) nei passaggi ‘presi in prestito’ da altri autori. Le pubblicazioni scientifiche presuntamente copiate dalla Madia sarebbero rapporti ufficiali di Commissione europea, Fondo monetario internazionale, Istituto Iza di Bonn, National bureau of economic research (Nber) di Cambridge, in Massachusetts.
In pratica, in tre sottocapitoli della tesi della politica Pd, la percentuale di passaggi identici ad altri già pubblicati sarebbe, rispettivamente, del 40, del 56 e dell’89%, con picchi dell’89% in alcune pagine.
La difesa del ministro
Di fronte a queste accuse infamanti il ministro della PA risponde con un breve sms autoassolutorio.
“Non sta a me giudicare la qualità del mio prodotto - si difende la Madia - ma sono molto sicura della serietà del metodo. Di certo ogni fonte utilizzata è stata correttamente citata in bibliografia”. Giustificazioni a parte, il ministro adesso rischia la revoca del dottorato e di fare la fine dell’ex ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttemberg, plagiatore del suo dottorato smascherato nel 2011 e costretto alle dimissioni.