Restano ancora sconosciuti i motivi che hanno spinto una infermiera in servizio all'Ospedale di treviso a non effettuare le vaccinazioni programmate sui bambini portati al suo laboratorio. Pare che da mesi non effettuasse le vaccinazioni e che gettasse le iniezioni con il siero anzichè somministrarlo regolarmente. La denuncia è partita dalle colleghe che si erano insospettite notando che i pazienti dell'infermiera, per lo più bambini, non piangevano mentre venivano vaccinati.
Caso già segnalato
Il caso era stato già segnalato ai NAS e la procura a giugno del 2016, ma il caso era stato archiviato su richiesta del pm.
L'asl n 2 di Treviso ha provveduto in ogni caso a richiamare tutti i pazienti per le dovute verifiche e completare correttamente la vaccinazione. Il dipartimento di prevenzione di Treviso ha disposto giornate vaccinali straordinarie il 24 e 28 aprile e 2 e 6 maggio. L'infermiera è stata trasferita ad altro incarico. Il clamore suscitato nei mesi scorsi per i numerosi casi di morbillo e meningite aveva fatto riemergere le polemiche sull'opportunità o meno di vaccinarsi.
Vaccini pro e contro
Secondo i pro, si tratta di un dovere sociale oltre che di una soluzione inevitabile soprattutto per alcune malattie altamente infettive. Secondo i contro, invece i danni provocati dai vaccini sono pari, se non superiori, a quelli provocati dalle malattie da cui dovrebbero proteggere.
Resta un dato di fatto che ogni paziente dovrebbe poter decidere in tutta autonomia e consapevolezza nel pieno rispetto della società se vaccinarsi o no, cosa che almeno in questo caso non è stato possibile. Il siero non è stato somministrato a cittadini che avevano deciso di usare questo mezzo per immunizzarsi. L'obbligo vaccinale è scattato circa 50 anni fa quando la mortalità infantile dovuta a malattie endemiche gravi quali poliomelite, difterite, tetano ed epatite b, era stata talmente elevata da richiedere questo intervento, che effettivamente negli anni ha portato i suoi frutti.
Nel 2008 la regione Veneto ha sospeso l'obbligo vaccinale nel suo territorio ritenendo che la popolazione fosse sufficientemente tutelata. Recentemente però il riverbero di malattie che sembravano ormai completamente debellato ha suggerito ai legislatori ed alle autorità locali di prevedere un piano di vaccinazioni raccomandate e consigliate per proteggere tutte quelle fasce di popolazione che risultano essere più deboli, come i bimbi neonati, ma anche tutti quei bimbi che pur essendo stati vaccinati non hanno ancora sviluppato le difese immunitarie necessarie.