Cassini, sonda spedita dalla Terra alla volta di Saturno, nella data del 15 ottobre 1997 e frutto di una missione interplanetaria che vedeva coinvolte più agenzie spaziali (NASA, ESA E ASI), ha fatto registrare in data 26 aprile 2017, il tuffo nello spazio dell'atmosfera superiore del pianeta di destinazione.

In particolare Cassini (che è quanto rimane della sonda originaria, il cui nome prevedeva, nella sua interessa la Cassini-Huygens, dove il lander Huygens, progettato dall'ESA, ha raggiunto la principale luna di Saturno, ossia Titano, nel Natale del 2004), si situa al momento nel primo anello di Saturno, una regione di circa 2000 chilometri.

L'orbiter Cassini rende omaggio nel nome all'astronomo

L'orbiter Cassini rende omaggio nel nome all'astronomo italiano del Seicento, Gian Domenico Cassini, che concentrò i suoi studi sull'osservazione di Saturno e dei suoi anelli. Invece il lander Huygens omaggia l'astronomo olandese Christiaan Huygens che scoprì per primo Titano.

Proprio nella data del tuffo nell'atmosfera superiore di Saturno, la sonda Cassini, che ricordiamo essere alimentata da tre generatori termoelettrici a radioisotopi, raccoglie il suono di Saturno.

Suono che non corrisponde, a detta di William Kurth, il quale figura quale responsabile dell'RPWS (Radio and Plasm Wave Science) quello che gli scienziati si attendevano di ascoltare.

Si tratta di un suono definito dagli stessi scienziati disorientante, simile al rumore di un modem nel momento dell'accensione.

Questo è soltanto l'ultimo colpo di scena

Questo è soltanto l'ultimo colpo di scena che negli ultimi mesi ha segnato l'esplorazione spaziale, tuttavia la qualità della registrazione, ed anzi la sua stessa esistenza, danno conferma dello scampato pericolo, finora, per la sonda di scontrarsi con materiale tale da compromettere anzitempo la missione, destinata a concludersi, come previsto, con uno schianto attraverso l'atmosfera del pianeta il prossimo settembre.

Il 2 maggio Cassini ha effettuato il secondo tuffo tra gli anelli di Saturno, confermando ancora una volta l'esito positivo di questa missione robotica a fronte di molte altre meno riuscite. Cassini ha così il compito di studiare da vicino l'atmosfera del pianeta, certamente non abitabile, ma in grado di fornire nuovi dati e punti di riferimento in quello che si rivela essere per molti aspetti un sistema solare, il nostro, ancora sconosciuto.

Fino ad allora il viaggio di Cassini promette la raccolta di nuovi dati, lì dove né occhio, né tecnologia umana si erano ancora spinti.