La sonda spaziale Cassini è pronta ad immergersi nel breve spazio che intercorre tra Saturno e i suoi anelli: un viaggio straordinario e senza precedenti, che potrà fornirci immagini uniche del pianeta. Secondo quanto riferito dalla NASA, l'ultima missione della navicella spaziale, al cui interno non vi sono forme di vita, è prevista per il 26 aprile alle cinque del mattino (ora della Florida). Durante il viaggio di discesa e, per circa 24 ore, la sonda perderà ogni contatto con la NASA, ma nel frattempo registrerà immagini scientifiche che dovrebbero risultare di straordinaria importanza.

Discesa pericolosa

Il progetto della sonda Cassini è frutto di una collaborazione tra la NASA, l'Agenzia spaziale europea e l'Agenzia spaziale italiana. La navicella, lunga quasi sette metri, è stata lanciata nel 1997 e ha iniziato ad orbitare intorno al sesto pianeta del sistema solare a partire dal lontano 2004.

A causa della penuria di carburante, il dispositivo sarà costretto a concludere la sua esplorazione il prossimo 15 settembre, proprio nell'atmosfera di Saturno. Ma prima della sua fine, Cassini dovrà portare a termine la sua ultima missione.

La vicinanza alla fascia di ghiaccio e rocce spaziali che circondano il pianeta, rende l'avvicinamento della sonda spaziale un'operazione molto pericolosa: ancor di più se si considera che i detriti si muovono ad una velocità di circa 110 chilometri orari.

Anche lo spessore degli anelli che circondano Saturno ha una dimensione diversa: essi possono raggiungere migliaia di chilometri di larghezza, ma soltanto nove hanno una grandezza di circa novanta metri. Cassini, quindi, si farà strada tra loro per poter studiare più da vicino la composizione e la storia di questa parte dell'Universo.

C'è vita su Saturno?

Gli studi sul pianeti effettuati fino ad oggi, hanno rilevato la presenza di sessanta lune, e proprio Cassini ha scoperto che su alcune di queste ci sono condizioni che potrebbero consentire forme di vita. Sono state scoperte massicce quantità di metano liquido, così come un oceano salato, sotto la cui crosta potrebbero trovarsi degli esseri elementari viventi.

La decisione di portare a termine il progetto Cassini è stata presa nel 2010, anche in considerazione del fatto che un eventuale schianto del veicolo sulle lune orbitanti, avrebbe messo a serio rischio la programmazione di altre esplorazioni.

Grazie a questa sonda è stato possibile registrare tempeste, fulmini e nubi intorno a Saturno, immagini uniche. Un vero patrimonio di conoscenza astronomica, che porterà molti scienziati a riscrivere i libri di Astronomia.