L'avvocato Claudio Salvagni alla vigilia del processo d'appello di Massimo Bossetti, passa al contro attacco. Per smontare la sentenza di ergastolo del processo di primo grado, presenterà una prova che secondo la sua tesi scagionerebbe in maniera inconfutabile il muratore di Mapello. L'avvocato difensore sarebbe riuscito a recuperare una foto satellitare che proverebbe l'innocenza del suo assistito. Questa foto riguarda il campo di Chignolo d'Isola, dove fu ritrova Yara Gambirasio senza vita, dopo tre mesi dalla sparizione e da questa foto scattata nel mese di gennaio 2011, non si vedrebbe il corpo della ragazzina.

I giudici del tribunale di Bergamo in primo grado invece, hanno sempre asserito che il cadavere di Yara è rimasto in quel posto per tre mesi.

La prova dell'innocenza di Bossetti

Dopo la sentenza di ergastolo comminata in primo grado a Massimo Bossetti, per la morte di Yara Gambirasio, si arriva finalmente al processo d'appello, che comincerà il 30 giugno 2017. La difesa del muratore, nella persona dell'avvocato Claudio Salvagni, parte in attacco con una nuova prova, che spera quanto meno di rimettere in discussione la colpevolezza di Bossetti. Il legale porterà in aula una foto satellitare scattata sul campo di Chignolo d'Isola il giorno 24 gennaio 2011, dove secondo lui, non risulta esserci il corpo di Yara Gambirasio, come invece asserito dalla pubblica accusa e confermato dai giudici della Corte d'Assise.

Il processo di primo grado infatti, aveva sancito che il corpo senza vita della ragazzina di Brembate, era rimasto in quel campo per ben tre mesi, da quella foto invece risulterebbe un'altra verità.

Oltre la foto un DNA artificiale

La difesa di Massimo Bossetti, cerca di giocarsi tutte le carte disponibili ed oltre alla contestazione portata in aula da una foto satellitare, arriva anche l'ipotesi che il DNA esaminato, che risulta essere l'indizio principale di colpevolezza, tale traccia , secondo la difesa, potrebbe essere artificiale.

Per giustificare questa tesi, che se confermata potrebbe avere dell'incredibile, l'avvocato Claudio Salvagni si affiderà ad una super perizia, avvalendosi di un esperto di genetica di fama mondiale, come il professor Peter Gill, per una consulenza sulla traccia biologica trovata sugli indumenti di Yara Gambirasio e che sino ad ora incastra in maniera inconfutabile Massimo Bossetti.

Inizia così il processo d'appello del fatto di cronaca, giudicato la vicenda giudiziaria del secolo, con la difesa che parte all'attacco per cercare di smontare il castello accusatorio, che per il momento condanna al carcere a vita l'unico imputato di questo delitto.

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