Si è trattato di un "attacco brutale e feroce". A dirlo sono stati gli inquirenti di Scotland Yard, la polizia inglese dopo il ritrovamento del cadavere di Pietro Sanna, il 23 enne sardo che viveva a Londra. Ha confessato l'assassina: si tratta di Hasna Begun, una ragazza di 25 anni originaria del Bangladesh ma con passaporto inglese che era la sua coinquilina a Canning Town, periferia ovest della città. Era stata proprio lei a lanciare l'allarme sul fatto che il ragazzo fosse in grave pericolo di vita, per poi dileguarsi misteriosamente. All'arrivo del fratello, Giomaria, che pure vive nella capitale inglese e che si era precipitato, Pietro era già morto in un bagno di sangue.

Oggi la bengalese è comparsa davanti a un giudice della Thames Magistrates’ Court per la convalida dell’arresto.

Svolta nell'inchiesta

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la coinquilina bengalese arrestata ieri con l'accusa di omicidio, ha confessato al termine di un lungo interrogatorio di aver accoltellato a morte il nostro giovane connazionale con cui condivideva un appartamento. Pietro abitava a Londra da due anni, dove già vive il fratello più grande "Giommy", per perfezionare la lingua e fare esperienze professionali per poi tornare in Sardegna dove la famiglia di imprenditori nel settore turistico molto nota nel nuorese, è proprietaria dell'albergo Scintilla a San Teodoro.

L'ipotesi iniziale che si fosse trattato di un tentato furto o di una rapina finita male, sembra dunque essere stata scartata.

Resta da accertare il movente

Ma la svolta nelle indagini è al momento solo a metà: resta da accertare il movente. Tutto sarebbe cominciato con una lite molto accesa e degenerata. Ma perché la ragazza l'avrebbe ferocemente accoltellato?

Che rapporti c'erano tra loro? Cosa ha scatenato tanta ferocia? Domande alle quali nelle prossime ore proveranno a dare una risposta gli inquirenti. L'ispettore capo Gary Holmes, ha detto che nonostante l'arresto, l'inchiesta è ancora allo stato iniziale.

L'autopsia

Ieri è stata fatta l'autopsia sul corpo del povero Pietro, ma gli inquirenti inglesi tengono il massimo riserbo e non lasciano trapelare notizie.

A Londra da due giorni è riunita tutta la famiglia, il papà Graziano che non ce l'ha fatta a vedere il figlio per il riconoscimento, la mamma, il fratello "Giommy" e la sorella Marisa che studia all'università di Cagliari. Intanto il profilo Facebook della vittima è stato chiuso per svolgere al meglio le indagini. La famiglia, assistita dal consolato generale d'Italia a Londra, chiusa nel dolore, vorrebbe solo poter rimpatriare al più presto la salma di Pietro.