Un altro medico aggredito e picchiato durante una visita domiciliare. E' successo ieri sera a Fiano Romano, in provincia di Roma. Un uomo aveva chiesto aiuto, lamentando dolori. In realtà era solo una scusa per far arrivare un sanitario nella sua abitazione e sfogare il suo disagio. Non appena arrivato nella casa del presunto paziente, infatti, il medico è stato aggredito brutalmente e solamente il tempestivo intervento delle forze dell'ordine ha evitato che il dottore potesse riportare ecchimosi e ferite ben più gravi. La notizia è stata riportata dalla Fimmg Lazio, mediante un lungo comunicato.
Il comunicato della Fimmg
"Sto male", avrebbe detto il finto paziente, ieri notte, mentre reclamava aiuto. Il medico, dopo essersi precipitato nella sua abitazione, è stato preso a calci e pugni. Il falso paziente è un soggetto già conosciuto perché già altre volte aveva chiesto assistenza di notte senza che vi fosse necessità. Si tratta, a quanto pare, di un soggetto disagiato che necessita di assistenza. La Fimmg, dopo aver sottolineato che quella di Fiano Romano è stata l'ennesima aggressione subita da un medico della continuità assistenziale in occasione di una visita a domicilio, ha posto l'accento sui forti rischi che corrono i medici, di notte, durante le visite domiciliari. Maria Carongiu, segretario regionale della Fimmg Lazio, ha spiegato che il motivo di episodi analoghi a quello avvenuto ieri notte in provincia di Roma è rappresentato dalle numerose lacune sul fronte della sicurezza.
Ovviamente, secondo la Carongiu, pesa anche la pessima organizzazione territoriale che tenta di 'scaricare' sui medici la sua inadeguatezza.
L'aggressione subita da Raffaele D'Amante
Sembra che i medici italiani corrano rischi sia negli ospedali che durante le visite domiciliari. Le motivazioni per cui i sanitari vengono assaliti da pazienti e parenti dei malati sono le più disparate.
Qualche giorno fa, ad esempio, il dirigente medico dell'Asp di Cosenza, Raffaele D'Amante, è stato preso a calci e pugni da un impiegato amministrativo presso il carcere di Paola. Quest'ultimo, padre di un bambino autistico, ha assalito il sanitario perché, secondo lui, la malattia del figlio sarebbe stata causata dal vaccino.
Medici e infermieri corrono molti pericoli, dunque, sia mentre lavorano che quando sono fuori servizio. Uno studio spagnolo, portato avanti in tre ospedali e ventidue strutture sanitarie, ha permesso di scoprire che dottori e infermieri corrono gli stessi rischi di aggressioni dei poliziotti e degli appartenenti alle altre forze dell'ordine.