È intervenuta stamattina la Guardia di Finanza di Firenze per arrestare Oreste Giurlani, sindaco di Pescia, "città dei fiori", località in provincia di Pistoia. L'ipotesi, avallata dal gip Anna Donatella Liguori e avanzata dalla Procura della Repubblica, sarebbe quella di peculato, commesso tra il 2012 e il 2016, nel periodo in cui l'indagato era presidente dell'Uncem, Unione nazionale comunità enti montani. La Finanza, nello specifico, ha compiuto una stima della somma di denaro illecitamente incassata dal sindaco del Pd, quantificandola nella cifra totale di circa 570mila euro, ottenuti attaverso molteplici operazioni fraudolente.

La principale, quella da 200mila euro, versati nel proprio conto senza addurre alcuna motivazione, è stata seguita dall'utilizzo di ulteriori 233mila fondi investiti in beni non funzionali alla mansione pubblica di cui era incaricato, tra cui specialmente smartphone e tecnologie prodotte da Apple e in carburante.

Per finire, nel mezzo milione sarebbero compresi anche 143mila euro percepiti per la prestazione di alcuni servizi auto-comissionatisi e resi alla stessa Uncem di cui era a capo.

Alla misura cautelare, quella degli arresti domiciliari, ritenuti idonei ad inibire ulteriori attività da parte di Giurlani, applicata nella giornata odierna dovrebbero, inoltre, seguire ulteriori e penetranti interventi della polizia giudiziaria, che si occuperà principalmente di raccogliere elementi probatori utili alla sentenza del giudice.

Nei prossimi giorni, per l'appunto, si prevedono intense perquisizioni nei locali in cui l'indagato svolgeva le sue attività, tra cui uffici pubblici e proprietà private, volte alla raccolta di documenti di natura cartacea ed informatica.il diretto interessato stesso, inoltre,sarà sottoposto ad interrogatorio, per cercare di venire a conoscenza di informazioni decisive ai fini delle indagini.

Una notizia di cronaca, insomma, che mina la fiducia dei cittadini nei confronti delle amministrazioni pubbliche e della politica in generale, ponendosi come ennesimo esempio di mala gestione della cosa pubblica da parte di coloro che dovrebbero rendere un servizio ai cittadini e che, politicamente parlando, getta delle ombre sulla gestione del Partito Democratico nel territorio Pistoiese.

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