Nel pomeriggio del 24 giugno, l'aviazione israeliana ha attaccato le truppe governative di Damasco in territorio siriano. Nell'azione, condotta ai confine tra i due Stati, sono stati distrutti due carri armati ed una mitragliatrice pesante. Il tutto, in risposta ad oltre una decina di ordigni siriani esplosi nel territorio del Golan, le alture controllate da Israele. Ovviamente il bombardamento dell'esercito regolare siriano non era rivolto contro lo Stato Ebraico. Una fonte militare ha riferito all'agenzia russa Ria Novosti di "una controffensiva delle milizie jihadiste dell'ex Fronte al-Nusra ad al-Baath", città che si trova nella provincia di Quneitra vicino la zona israeliana.

L'azione dell'esercito di Bashar al-Assad era indirizzata, per l'appunto, contro le forze islamiste.

'Un attacco casuale, ma pur sempre una violazione'

Il bombardamento dell'esercito siriano, in effetti, è stato riconosciuto dal comando israeliano come "non intenzionale, ma pur sempre una violazione inaccettabile della nostra sovranità". Pertanto, gli aerei di Tel Aviv hanno attacco le postazioni da cui sono partite le granate. Nel comunicato diffuso dall'esercito israeliano viene resa nota la distruzione di due carri armati delle truppe governative. Intanto la situazione complessiva della Siria rimane all'insegna della tensione. Dopo l'interruzione del memorandum sulla sicurezza dei voli areei da parte di Mosca, seguita all'abbattimento di un jet siriano da parte di un caccia statunitense, la coalizione a guida USA ha annunciato la ridistribuzione dei propri raid anti-Isis in virtù nella nuova situazione.