Un nuovo choc. Un ritorno alla vita che deve esserle sembrato peggiore della morte. Il risveglio dal coma di Lisa Roussos, 48 anni, mamma di Saffie, 8 anni, la più giovane vittima del vile attentato terroristico di Manchester, è stato per lei un colpo terribile. Tornata alla coscienza, Lisa ha scoperto la crudele verità: la sua bimba è morta. Mentre Ashlee, l'altra figlia di 20 anni, che pure era stata ricoverata per le ferite provocate dalla bomba fatta esplodere al Manchester Arena dal terrorista kamikaze affiliato all'Isis, Salman Abedi, ora è fuori pericolo.
Torna alla vita ma deve affrontare la crudele realtà
Mike Swanson, amico e portavoce della famiglia, ha tirato un sospiro di sollievo e comunicato pubblicamente con tanta emozione la bella notizia: Lisa Roussos, rimasta gravemente ferita nella strage al concerto di Ariana Grande, dopo due delicatissimi interventi, è uscita dal coma. Dopo lunghi giorni in terapia intensiva, non è più attaccata alla macchina che la teneva in vita, e comincia a muovere le gambe che sembravano paralizzate. Però la donna sopravvissuta ha dovuto conoscere la terribile realtà. Da mamma, appena tornata cosciente, ha chiesto notizie delle sue due figlie con le quali era al concerto. E alla gioia perché la figlia più grande, Ashlee, ricoverata in ospedale come lei, si sta riprendendo, si è affiancato il dolore implacabile per aver saputo che la sua Saffie, la più giovane vittima di terrorismo nel Regno Unito, non c'è più.
"È stato un colpo durissimo, ma lei lotta e reagisce", dice l'amico Mike.
L'affetto della comunità unita dalla morte di Saffie
La morte della piccola Saffie è stato uno choc per l'intera città di Manchester. La comunità, proprio come una grande famiglia, ha aspettato con apprensione per giorni di avere notizie di Lisa e dell'altra figlia, anche lei appesa a un filo e solo da poco fuori pericolo.
Dal 22 maggio scorso, giorno dell'attentato rivendicato dall'Isis, davanti al negozio di Fish & Chips della famiglia Roussos, c'è ogni giorno una processione di cittadini che lasciano mazzi di fiori, palloncini, biglietti di sentite condoglianze e messaggi di affetto, in memoria della bambina proprio nello spazio dove di solito si metteva a giocare.
C'è pure chi piange.
Saffie, simbolo di una città ferita
Le vicende di questa famiglia sono diventate il simbolo di una città ferita. Dopo la tragedia, è stata avviata anche una raccolta fondi e il vicinato sostiene la famiglia,conosciuta e apprezzata in città. Come Victoria Brown, titolare della vicina panetteria, che con la vendita di dolci, partecipa alla raccolta di soldi per i Roussos, arrivati da Cipro tanti ani fa. La morte di Saffie ha unito la città nel dolore. Ora il signor Andrew che aspetta con trepidazione il ritorno a casa della moglie Lisa e dell'altra figlia. Per provare a vivere, nonostante tutto.