In Venezuela il referendum indetto dall'opposizione, tenutosi domenica 16 luglio, si è concluso nel caos più totale. Tra i tanti dubbi, l'unica certezza è che per il MUD (Mesa de la Unidad Democratica) la matematica è un'opinione, e che qualsiasi controllo e nuovo conteggio dei voti è impossibile.

Dopo il rimbalzo di cifre e dichiarazioni incongruenti, i dubbi sul plebiscito sono venuti persino ai simpatizzanti e sostenitori dell'opposizione a Nicolas Maduro: perché bruciare pubblicamente i registri dei votanti? Cos'ha da nascondere l'opposizione borghese venezuelana?

Può sembrare incredibile e senza senso, ma è proprio quello che è successo: dopo il referendum sono stati bruciati i registri dove erano segnati tutti i partecipanti al voto ed ora, dopo varie incongruenze, non è più possibile effettuare alcun controllo. In realtà l'opposizione, nei giorni che avevano preceduto il referendum, aveva annunciato il rogo dei registri con il pretesto di evitare persecuzioni politiche da parte del governo, ma dopo lo scandalo legato a presunti brogli elettorali, probabilmente il vero scopo era proprio quello di evitare i controlli.

Cos'è successo al referendum di domenica?

Tra le vicende più eclatanti, c'è quella relativa alle persone che hanno votato diverse volte in più distretti, come è possibile vedere nel video sottostante di YouTube.

Inoltre, anche su Twitter sono stati postati dei filmati simili, e ce n'è uno che mostra un venezuelano che avrebbe addirittura votato 17 volte. È stato accertato che c'è stato (come lo hanno definito) un "voto ciclico itinerante". Forse l'opposizione dovrebbe preoccuparsi delle persecuzioni (dovute) della giustizia, e non di quelle "politiche".

Ma non è tutto. Esiste un'intercettazione telefonica pubblicata dal sito "LaTabla", tra Filiberto Colmenares, segretario del partito di opposizione Primero Justicia, e José Gregorio Hernandez, segretario del Mesa de la Unidad Democratica (MUD), il partito che ha promosso il referendum. In questa registrazione (video sotto) si sentono i due individui succitati che parlerebbero di 50.000 voti aggiunti alla cifra reale nello stato di Aragua che, da 347.000, sarebbe stata gonfiata fino a 397.000.

Il popolo vuole mandare a casa Maduro?

Il referendum doveva servire a revocare il mandato di Maduro: quali sono le cifre annunciate dall'opposizione dopo il rogo dei registri elettorali? Secondo i dati ufficiali riportati dall'opposizione, i voti sono stati 7.186.170 (video in basso). Però, anche fingendo che siano numeri reali, sorvolando su chi ha votato decine di volte, sui bambini di 10 anni che si sono recati alle urne, o sui voti aggiunti dello stato di Aragua (e chissà quanti altri probabilmente), se la matematica non è un'opinione questa cifra è inferiore ai 7.505.338 voti che hanno portato all'elezione di Nicolas Maduro nel 2013.

Secondo la Costituzione venezuelana, per revocare un mandato di governo c'è bisogno di un numero uguale o maggiore di quello ottenuto dal leader alle elezioni.

Benjamin Scharifker, uno dei rettori universitari che hanno sostenuto il plebiscito, ha ammesso che è possibile che qualcuno abbia votato più volte, aggiungendo però che ciò sarebbe dovuto emergere duranti i controlli effettuati sul momento. Ma come sarebbe stato possibile verificare in quel frangente se qualcuno si fosse già recato alle urne altrove? E come potevano avvenire i controlli subito dopo la chiusura del referendum, se immediatamente sono stati bruciati i registri elettorali?

Jorge Rodriguez, sindaco del municipio Libertador di Caracas, ha fatto notare che l'opposizione ha parlato di voti totali e non di votanti e, senza i registri per un'attenta verifica, è impossibile sapere quante persone siano andate effettivamente alle urne.

Inoltre hanno votato minorenni, austriaci, brasiliani, americani, australiani: una vergogna", ha aggiunto Rodriguez.

Nello stesso giorno di domenica, il Consiglio Nazionale Elettorale ha effettuato un test per stabilire i dettagli tecnici prima dell'elezione dei 537 membri dell'Assemblea Nazionale Costituente che si terrà il 30 luglio: la partecipazione popolare è stata altissima, con molti media internazionali che hanno trasmesso le immagini pensando che si trattasse del referendum del 16 luglio.

In particolare "El Pais", da sempre contrario all'attuale presidente venezuelano, per mostrare l'enorme mobilitazione per il referendum anti-Maduro, ha pubblicato le foto delle persone che, in realtà, erano a favore del leader.

Ernesto Villegas, Ministro della comunicazione e Informazione in Venezuela, ha pubblicato sul suo account Twitter l'errore di "El Pais" che, al contempo, è stato costretto a ritrattare. In Italia, invece, "Il Giornale" ha parlato di 14 milioni di venezuelani che sarebbero andati a votare, raddoppiando di fatto i 7 milioni di votanti annunciati dalla stessa opposizione locale.