Sono ben undici le regioni italiane (Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e la provincia autonoma di Trento) che sono in procinto di chiedere lo stato di calamità naturale dovuto al persistente periodo di siccità che sta provocando danni consistenti alle colture.

Commissione ambiente

Il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, in un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha precisato che "con l’attivazione degli strumenti previsti dal fondo di solidarietà nazionale, verranno sospesi i mutui ed il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico delle imprese agricole danneggiate".

Inoltre, ha sottolineato il ministro, "con l'accordo raggiunto con la Commissione Europea, saranno aumentati gli anticipi dei fondi europei della politica agricola comune di circa 700 milioni di euro destinati alle infrastrutture irrigue, portandoli a 2,3 miliardi".

La mancanza di acqua per l'irrigazione dei campi coltivati è il vero problema di questa torrida estate. Sono a forte rischio la produzione di cereali, ortaggi, pomodori, vigneti ed uliveti per non parlare poi, della produzione del latte che è fortemente crollata a causa della mancanza di fieno per l'alimentazione degli animali.

Cambiamento climatico

L'agricoltura, quest'anno, è stata veramente messa in ginocchio dai cambiamenti climatici in corso.

Ogni anno, l'Italia è costretta ad affrontare periodi di siccità e periodi di forti piogge con conseguenti ricadute negative per tutto il settore agricolo. Che ci si trovi di fronte ad un cambiamento del Clima, viene confermato dagli studi effettuati dagli scienziati climatici che confermano l'innalzamento delle temperature a livello mondiale negli ultimi anni.

Tra le cause principali vi è il cosiddetto effetto serra che provoca il surriscaldamento della superficie terrestre facendo aumentare le temperature oltre il limite naturale. Sono i gas immessi dall'uomo nell'atmosfera come l'anidride carbonica, il metano prodotto dalle discariche, il protossido di azoto dei fertilizzanti ed altri che impediscono al calore prodotto dalle radiazioni solari di disperdersi nello spazio.

Le conseguenze, in un futuro non troppo lontano, potrebbero risultare catastrofiche per l'economia globale, la salute umana e l'ambiente se non verranno presi dai governi mondiali gli opportuni provvedimenti per rallentare tali cambiamenti.