E pensare che giusto un anno fa, all'indomani della sfilata napoletana di Dolce e Gabbana, Diego Armando maradona era felice e contento per quella che aveva definito una "bellissima idea, uno splendido gesto d'amore verso Napoli". I due stilisti avevano fatto sfilare su una passerella installata tra i vicoli di San Gregorio Armeno una modella con la mitica maglia numero dieci e la scritta "Maradona". Nel frattempo, di acqua ne è passata sotto i ponti, lo scorso 7 luglio l'ex "pibe de oro" ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli con una grande festa di piazza.

E ora, da napoletano eccellente, Diego ripensando a quella sfilata di un anno fa, ritiene che sia stato usato il suo nome a fini commerciali. E dice: giù le mani dalla mia maglietta. Ecco perché l'ultima partita la giocherà non in campo ma in tribunale per difendersi dal "marketing speculativo" praticato utilizzando il suo nome dalla casa di moda.

Calcio contro moda

Dai campi di calcio alle aule di tribunale. L'ex fantasista del Napoli ha avuto vari problemi con la giustizia ed è stato implicato in diversi procedimenti giudiziari nel corso degli anni, dalla questione della paternità, alle accuse per droga e a quelle per evasione fiscale, episodi che gli hanno permesso di sviluppare dimestichezza con i tribunali.

Uno degli ultimi guai giudiziari nel 2015 con il rinvio a giudizio da parte della procura di Roma per dichiarazioni "pepate" contro Equitalia nel 2012. Stavolta, però, è lui a citare in giudizio gli stilisti Dolce e Gabbana che, se la vicenda non verrà precedentemente archiviata, dovranno comparire davanti al tribunale di Milano perché avrebbero utilizzato per fini commerciali e senza la sua autorizzazione la maglia numero dieci con la scritta Maradona esibita nella sfilata napoletana lungo un decumano il 9 luglio dello scorso anno.

E per questo, Maradona chiede un risarcimento. L'ex capitano del Napoli vincitore di due scudetti e della coppa Uefa, ha reso nota l'iniziativa tramite una nota diffusa dal suo amico storico e manager, Stefano Ceci, secondo il quale la vicenda, per l'eco internazionale che ha avuto, "non poteva essere taciuta o passata sotto silenzio, per principio e pure per senso di giustizia".

Diego non invitato alla sfilata

L'anno scorso Maradona dopo aver visto dall'Argentina in tv la sfilata di Dolce e Gabbana era orgoglioso: "sicuramente diffonderà un'immagine positiva della mia Napoli e dei miei napoletani", aveva commentato lieto. Però poi aveva aggiunto infastidito: "Peccato che Stefano Gabbana, Mimmo Dolce e qualcun altro, non abbiano ritenuto opportuno né di invitarmi né di avvisarmi che avrebbero usato il mio nome". Già perché a quella sfilata, c'era l'altra divinità di Napoli, Sofia Loren, ma Diego no.

Maradona e Napoli

Maradona ha vissuto a Napoli sette anni, la sua storia è intrecciata alla città e la relazione non mai venuta meno, neanche nei momenti più difficili. E Napoli lo ha sempre riconosciuto come suo amato figlio e capopopolo, anzi di più, dio del calcio e di Napoli, fino a conferirgli la cittadinanza onoraria, con una grande festa, diecimila persone a piazza del Plebiscito, lo scorso luglio.

E ora Diego che, appena ricevuta la cittadinanza onoraria, ha dichiarato di essere stato "napoletano da subito, da quando ho messo la maglia numero dieci", "rivuole" la maglia numero 10, bandiera della città. Ma il "marketing speculativo", a quanto pare, ha offeso solo lui.