Colpi a profusione, almeno tre, forse anche fino a dieci con cui gli ha fracassato la testa. Si è accanito sulla sua vittima con ferocia e una forza oltre l'umano utlizzando una mazza da baseball. Così il 32enne Matteo Sbaraglia, ha ucciso il suo vicino di casa, il 58enne Domenico Pascarella. Entrambi abitavano ad Alatri, provincia di Frosinone, in un edificio di via Palermo, nel popoloso quartiere Civette in pieno centro cittadino. Un giallo risolto in tempi record: poco dopo il rinvenimento del corpo straziato dell'uomo, i carabinieri hanno rintracciato l'omicida che, messo sotto torchio, ha confessato.

La città di Alatri, dopo il cruento omicidio del povero Emanuele Morganti ucciso di botte lo scorso 24 marzo all'esterno di una discoteca, è stata nuovamente scossa da un terribile fatto di sangue.

Trovato morto

Nel primo pomeriggio di ieri, familiari e amici di Domenico Pascarella hanno chiesto l'intervento dei carabinieri, essendo molto preoccupati per lui: l'uomo che abitava da solo, risultava irreperibile e non rispondeva al telefono. Il primo a dare l'allarme è stato un amico con cui la vittima aveva la consuetudine di andare a pranzo insieme ogni sabato. Pascarella non rispondeva al citofono, poi neanche alla porta. I militari giunti davanti la sua abitazione, credendo avesse avuto un malore, hanno sfondato la porta coadiuvati dai vigili del fuoco.

Una volta entrati nell'atrio, si sono trovati davanti a una scena terrificante: il volto tumefatto, il cranio spaccato, l'uomo era riverso a terra in una pozza di sangue. E il sangue era ovunque. Inutili i soccorsi da parte del 118. Sul posto il sostituto procuratore della Repubblica Vittorio Misiti e il medico legale che ha effettuato un esame esterno.

Indagine lampo e confessione

La porta di casa non presentava nessun segno di effrazione, l'appartamento non era stato scassinato. I militari hanno intuito che la vittima doveva conoscere il suo carnefice al quale aveva aperto la porta. Di li a poco, anche grazie alle testimonianze di alcuni vicini che avevano visto un uomo scappare, hanno rintracciato in centro mentre camminava a piedi, Matteo Sbaraglia, dirimpettaio della vittima.

Alla vista dei carabinieri ha tentato la fuga, ma è stato subito catturato. Portato in caserma, dopo uno stringente interrogatorio davanti al sostituto procuratore Vittorio Misiti durato un paio d'ore, ha confessato il suo delitto. Portato nel carcere di Frosinone, Sbaraglia deve rispondere di omicidio volontario.

Sangue senza motivi

"E' capitato lui, poteva capitare chiunque": questa la "motivazione" fornita al pm dal reo confesso che non ha saputo spiegare altrimenti il suo crimine. Orfano con lavori precari e problemi psichiatrici, l'assassino ha compiuto una vera e propria spedizione punitiva, per motivi che si fa fatica a capire. Presunte vecchie ruggini tra vicini, non spiegherebbero comunque il brutale accanimento.

Alle 4, nella notte tra venerdì e sabato, è andato a casa di Pascarella che conoscendolo gli ha aperto. E' subito tornato in casa sua, dove anche lui abitava da solo, a prendere nello sgabuzzino una mazza da baseball, per poi rientrare nell'abitazione della vittima. L'ha aggredito sfondandogli il cranio e lasciandolo riverso a terra agonizzante. Sbaraglia era seguito dai servizi sociali e svolgeva lavori di pubblica utilità. Per una strana coincidenza, pure la vittima era orfano e anche lui in cura al Centro d'igiene mentale, ma per un esaurimento nervoso. Alatri, dopo il delitto di Emanuele e l'uccisione giorni fa di due coniugi centauri travolti dal 32enne Francesco Scarsella, alla guida sotto l'effetto di cocaina, torna ad essere sconvolta da un altro efferato crimine.