Fino all'ultimo si era sperato di poter salvare almeno lei. La bimba di 5 anni pareva l'unica sopravvissuta, sia pure in condizioni gravissime, al Rogo appiccato ieri mattina da suo padre, Faycal Haitot, marocchino di 49 anni con regolare permesso di soggiorno, che ha sterminato la famiglia. Un padre che ha deciso di suicidarsi nella casa al quarto piano di una palazzina di via San Fermo a Como, portando con sé tutti i suoi 4 figli, il maschio di 11 anni e le tre femmine di 7, 5 e 3 anni. Una tragedia della solitudine e della disperazione esistenziale.

Resta in vita la mamma che da mesi era ricoverata in una struttura di recupero per una grave depressione.

Morta anche la quarta figlia

Ieri il papà era stato trovato dai vigili del fuoco intervenuti a spegnere l'incendio, già morto. La piccola era stata soccorsa insieme al fratello e alle altre due sorelle, tutti gravissimi e morti dopo esser trasferiti negli ospedali di Como per arresto cardiaco a causa delle esalazioni di fumo. Il suo cuoricino ieri si era fermato. I medici della rianimazione erano riusciti a farlo ripartire, e si era accesa la speranza, sia pure flebile. Poi in serata la notizia che ha dilatato ulteriormente i contorni di una tragedia immane. La bambina è morta all'ospedale Buzzi di Milano nel reparto di terapia intensiva pediatrica dove era stata trasferita.

La mamma è rimasta veramente sola, guardata a vista dai medici nella struttura psichiatrica dove era ricoverata già da mesi. Ma ora cosa ne sarà di lei?

Omicidio-suicidio

Ormai non ci sono dubbi che si sia trattato di un omicidio-suicidio, come appurato dai vigili del fuoco che hanno trovato in casa materiale accatastato con cui alimentare le fiamme, e confermato dagli investigatori della Questura di Como che stanno conducendo le indagini.

Faycal Haitot era disperato per la situazione familiare ed economica. Aveva perso il lavoro ed era l'unico che poteva accudire i suoi 4 figli che gli erano stato affidati dai servizi sociali lo scorso febbraio quando la moglie era stata ricoverata in una struttura psichiatrica. I vicini di casa lo descrivono come un uomo dignitoso e premuroso, ma Faycal, specie negli ultimi tempi, era terrorizzato all'idea di perdere la patria potestà e che gli levassero i figli.

Non li mandava neanche più a scuola in mancanza di mezzi. Spesso non aveva neanche di che sfamarli. L'esatta dinamica dei fatti sarà definitivamente chiarita dall'autopsia sui corpi. Ma è verosimile che al culmine della disperazione e della solitudine, l'uomo si sia visto senza scampo e si sia trasformato in carnefice dei propri figlioletti. Dopo essersi barricato in casa, ha appiccato il fuoco dando la morte a sé e ai figli adagiati nel grande letto matrimoniale dove sono stati trovati.

Precisazioni dell'amministrazione comunale

leri il sindaco di Como, Mario Landriscina, e l'assessore ai Servizi sociali Alessandra Locatelli sono stati a fare visita alla madre, ma trovare parole è stato impossibile.

L'amministrazione comunale ha voluto dare alcune informazioni sulla complessa vicenda. La famiglia era seguita dai servizi sociali dal 2014. Era stata attivata l'housing sociale per risolvere il problema abitativo: la famiglia infatti alloggiava nella palazzina alla Fondazione Scalabrini, un ente di Como che si occupa di nuclei in difficoltà. Poi il Comune ha messo a disposizione l'alloggio in via per San Fermo con affitto e utenze a proprio carico. Dal 2017, era scattato anche il servizio tutela minori garantendo la mensa gratuita ai bambini. Ma da settembre i piccoli non erano più tornati a scuola. Infine il papà ha iniziato a rifiutare gli interventi proposti e non si è più presentato alle convocazioni.