Esiste una teoria denominata "Teoria della correlazione di Orione" e il suo compito è rivendicare lo stretto collegamento che c'è tra le piramidi di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione. I primi ad esprimere questo pensiero sono stati Bauval e Gilbert nel 1983. Le loro motivazioni, riguardanti la relazione fra la costellazione e la necropoli, possono essere svariate. Potrebbero riguardare questioni di natura astronomica e soprattutto di natura esoterica. Molte sono state le cospirazioni relative alla possibilità che esseri extraterresti abbiano abitato la Terra al principio della civiltà egizia.

Nuova teoria

Nonostante ci sia una teoria ormai popolare, il professor Spedicato dell'Università di Bergamo, ha dimostrato che in realtà l'allineamento delle piramidi di Giza è più preciso in relazione ai vulcani presenti sul territorio di Marte. Il professore ha deciso di eseguire un calcolo approssimato per scoprire quali sono le distranze esatte tra le stelle della cintura di Orione, tra le piramidi di Giza e tra i vulcani di Marte. Il rapporto distanza della necropoli risulta essere 1.13, mentre il rapporto della distranza tra i vulcani è di 1.11. Si può già notare che i due numeri sono molto simili. Il rapporto della distanza delle stelle della cintura di Orione è pari a 1. Possiamo quindi concludere che la somigliaza tra le piramidi e i vulcani è maggiore rispetto a quella delle piramidi con Orione.

Anche per quanto riguarda l'ampiezza degli angoli è stato fatto un calcolo. Attraverso un semplice goniometro il professor Spedicato ha calcolato che l'angolo per le piramidi vale circa 9°. L'angolo per la Cintura di Orione vale circa 26°, mentre quello dei vulcani si avvicina molto allo zero. Anche per quanto riguarda gli angoli possiamo notare una somiglianza maggiore tra la necropoli e i vulcani marziani.

Perchè 9 è un numero più vicino allo zero rispetto al numero 26.

I vulcani di Marte

Al di là del nuovo rapporto e della nuova teoria vale la pena anche concentrarsi sulle caratteristiche dei vulcani di Marte, che risultano particolarmente affascinanti. I vulcani sono così grandi che invece di giacere su una linea retta giacciono su un arco di circonferenza.

Il dato è soprendente soprattutto se si pensa al diametro di Marte (6.800 km) che risulta poco più superiore rispetto alla metà di quello della Terra. Superano quindi sia le dimensioni che l'altezza dei vulcani presenti sul nostro Pianeta. I vulcani più grandi si trovano in due regioni specifiche di Marte. Una è sicuramente la regione di Tharsis che ospita tre vulcani scudo quali: l'Ascraeus Mons, il Pavonis Mons, l'Arsia Mons. Sul confine Nord della regione si può notare il più maestoso vulcano di tutto il Pianteta, l'Olympus Mons. Questo vulcano possiede 25 km di altezza e 600 km di diametro, misure davvero incredibili. La prima volta fu osservato dall'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli.

La seconda regione che comprende un altro aggromerato di vulcani è la regione Elysium. I vulcani di questa regione sono più piccoli rispetto a quelli della regione Tharsis ma non meno importanti. I principali sono: Hecates Tholus, Elysium Mons ed Albor Mons.

Curiosità sui vulcani

A parlare dei vulcani di Marte, e non solo, è anche l'ingegnere Ennio Piccaluga.Lo studioso si occupa del pianeta rosso da moltissimi anni, ha scritto ben due libri che trattano l'argomento in modo approfondito e spiegano alcune teorie interessanti. Le principali teorie che l'esperto di astronautica ci espone sono varie e molto curiose. Nel libro "Ossimoro Marte" spiega che l'Olympus Mons possiede due ingressi situati alla sua base, fatto che suggerisce una possibile presenza di vita.

Il signor Piccaluga mostra anche una città completamente sommersa dalla polvere e una Ziggurat nella Vallis Marineris. Il tutto attraverso delle incredibili fotografie. Il libro e la teoria che vuole diffondere Piccaluga si basano sulle intuizioni di Zecharia Sitchin e sugli studi che ha eseguito sulla civiltà sumera.

La teoria di Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin è il maggiore esponente della teoria degli antichi astronauti, teoria che punta a spiegare la reale origine del genere umano. Sitchin ha eleborato questa teoria dopo aver interpretato personalmente i testi e le tavolette di argilla sumere. Ovviamente la teoria non è riconosciuta dalla comunità scientifica che altrimenti dovrebbe rimettere in discussione tutto quello che ha dichiarato e definito "scientifico" (e quindi veritiero) fino ad oggi.

Secondo Zecharia Sitchin gli Annunaki ("Coloro che dal cielo discesero sulla Terra") chiamati anche Elohim giunsero sul nostro Pianeta 450.000 anni fa e attraverso un esperimento genetico condotto da Enki (Dio della mitologia sumera) creò l'uomo perchè lavorasse alle miniere d'oro, metallo indispensabile per la salvezza del loro Pianeta, Nibiru.

Il convegno

Tutte queste teorie e la riflessione sulla possibile vita sul Pianeta rosso sono state esposte durante un convengo svoltosi domenica 1 ottobre a Rho. Il convegno dal titolo "Ufo, fenomeno globale. Gli alieni vengono da Marte?" è stato organizzato dal C.UFO.M ovvere il Centro Ufologico Mediterraneo. Gli ospiti che hanno partecipato a questo convegno sono stati i già sopracitati Emilio Spedicato e Ennio Piccaluga insieme a molti altri esperti di ufologia.

Il convegno oltre a trattare l'arogomento dei vulcani ha anche esposto numerose considerazioni sulla presenza dell'acqua su Marte, scoperta effettuata dal professor Piccaluga ben 8 anni prima dell'annuncio della NASA. Sono state anche esposte al pubblico numerose fotografie che evidenziano delle anomalie che fanno pensare alla presenza di una forma di vita evoluta sul Pianeta. Forse estinta, forse no.