Quando si crea un'adeguata sinergia tra pubblico e privato, possono essere compiute opere davvero degne di nota. Proprio in questi giorni, la onlus Progettoautismo FVG ha inaugurato a Feletto Umberto, frazione del comune di Tavagnacco in provincia di Udine, il Centro Diurno di 'Home Special Home', una casa pensata per le persone con autismo e per le loro famiglie. Il centro, realizzato grazie al contributo della Regione e di diversi partner privati, ha ottenuto l'approvazione del CRIBA ed è destinato ad accogliere persone con autismo in via semiresidenziale o residenziale.

La presidentessa di Progettoautismo: 'Per innovare, occorre una rete che cooperi'

Elena Bulfone, presidente dell'associazione, ha dichiarato che la speranza per il prossimo futuro sia quella di un crescente aumento della cooperazione fra le diverse associazioni, gli enti locali, le aziende sanitarie e i singoli cittadini. Secondo la donna, solo una rete unita e forte può portare ad una vera innovazione e alla promozione di validi servizi. L'obiettivo è quello di creare progetti il più possibile personalizzati e proporre attività che non siano standardizzate e tengano conto delle differenze tra le persone con autismo a basso, medio e alto funzionamento. In questo senso, risulta fondamentale una formazione attenta degli operatori e la supervisione di professionisti del campo comportamentale.

Le attività presenti in Home Special Home

Il Centro Diurno di Home Special Home ha al suo interno la presenza di laboratori abilitativi sia per adulti che per ragazzi, un atelier artistico, una palestra che permette lo svolgimento di attività sportive, una sala polivalente, una sala musica, un centro convegni, una biblioteca e una spaziosa cucina.

Altro ambiente accogliente ma al contempo funzionale è la mensa, denominata 'L'isola che non c'è', costituita da alcuni separè studiati per la gestione dell'ipersensibilità visiva e che consente di ospitare 25 persone per ogni turno. La struttura, come già ricordato, ha una gestione che avviene mediante il sistema della sharing economy, che consiste nella compartecipazione delle risorse private impiegate dai genitori degli ospiti con quelle pubbliche socioassistenziali. In questo modo, le famiglie coinvolte hanno la possibilità di avvalersi di servizi di alto livello, i cui costi, se affrontati in maniera individuale, risulterebbero insostenibili.