David Allen Turpin (57 anni) e Louise Anna Turpin (49 anni) sono due genitori che sono stati arrestati in California per aver segregato, umiliato e maltrattato i propri tredici figli, di età compresa tra i 2 e i 29 anni. A far partire le indagini è stata una delle figlie della coppia che, dopo aver programmato la fuga con una sorellina, è scappata una mattina da una finestra. Ha usato un telefono che ha trovato in casa per chiamare i soccorsi.

Uno dei poliziotti ha riportato che, al momento della perquisizione, erano tutti rinchiusi in una stanza maleodorante, molti legati al proprio letto con delle catene, denutriti e disidratati.

È stato difficile per la polizia e i medici determinare, in un primo momento, l'età dei ragazzi. Nessuno sembrava poter essere maggiorenne a causa della denutrizione e dei maltrattamenti ricevuti. Il giudice ha disposto una cauzione di 9 milioni di dollari a testa, mentre i ragazzi sono stati portati in un ospedale per curare malnutrizione, traumi da percosse e, per molti di loro (anche se non in tutti), danni psicologici non indifferenti che necessitano di terapie specifiche.

Quando si può parlare di abuso e cosa lo caratterizza

L'abuso consiste in ogni forma di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, trascuratezza che procura un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla dignità di un bambino nel contesto di una relazione.

Si possono riconoscere 4 forme di abuso: fisico (quando si cerca di procurare lesioni corporali non accidentali); sessuale (include tutte le attività di sfruttamento o gratificazione sessuale); trascuratezza; ed emotivo (forme non fisiche di trattamento ostile e di molestia emotiva).

Tra gli studiosi viene ormai dato per scontato il fatto che, sia l'abuso che la trascuratezza, siano il frutto dell'interazione di una molteplicità di fattori di rischio, sia individuali che ambientali.

I fattori di rischio individuali riguardano sia l'abusante che la vittima. È molto più probabile che ad abusare sia qualcuno di sesso femminile, la madre in particolare: una possibile spiegazione può essere legata al fatto che la mamma passerebbe molto più tempo con il proprio figlio.

Un altro fattore che può incidere sulla probabilità di abuso è l’età dei genitori: infatti, quando sono molto giovani, possono manifestare una propensione al ricorso a strategie violente.

A queste caratteristiche si uniscono quelle delle vittime. È molto più probabile che, entro i sei mesi di vita, i bambini vengano abusati dalle proprie madri, mentre crescendo, è più frequente che siano i padri a maltrattare i figli. In particolare, sembra che a correre un rischio maggiore siano i bambini di età più giovane, e ciò potrebbe essere legato alla circostanza che, più piccoli sono i bimbi, più sono indifesi. Per quanto riguarda il genere sessuale, invece, pare non vi siano troppe differenze, infatti i bambini vengono maltrattati e abusati tanto quanto le bambine.

Tuttavia, il maltrattamento è frutto di un'interazione di fattori individuali e ambientali. I fattori ambientali ad alto rischio sono quelli legati allo stress che provengono dal contesto in cui sono inseriti i genitori, che possono mettere a dura prova le abilità di "coping", di accudimento e di "problem solving" di madre e padre.

Un esempio di queste variabili può essere la condizione socio-economica della famiglia: infatti è molto più probabile che situazioni tali si verifichino dove la situazione economica è disastrata e non permette di provvedere al sostentamento dei figli.

Spesso, alla condizione socio-economica negativa, si correla una vita vissuta in contesti sociali degradati, in cui vi è un alto tasso di criminalità e di devianza, che spingono i genitori a vivere una situazione di totale perdita di controllo, aumentando la loro incapacità genitoriale.

Conseguenze psicologiche degli abusi sul bambino maltrattato

Tutte le condotte abusanti costituiscono un serio fattore di rischio per la salute delle vittime. Le condizioni di trascuratezza e maltrattamento possono causare, a livello psicologico, dei deficit cognitivi, ritardi nello sviluppo intellettivo e linguistico, ma anche disturbi mentali come disturbi d'ansia, problemi nell'alimentazione, disturbi dissociativi, della personalità e iperattività.

La componente violenta nella relazione tra genitori e figli comporta la nascita di problemi relazionali, soprattutto deficit di attaccamento disfunzionale con i genitori, isolamento, mancanza di empatia e aggressività.

La grandissima sofferenza provata per i maltrattamenti da parte di coloro che dovrebbero riservare solo amore causa, nei bambini maltrattati, un futuro basato quasi esclusivamente su condotte pericolose per loro stessi e per gli altri, come uso di droghe ed alcool, condotte sessuali a rischio e un'altissima probabilità di ripetere nei confronti dei propri figli gli stessi schemi comportamentali che hanno subito, generando una continuità di sofferenza e di abusi. Inoltre le vittime saranno caratterizzate da una forte mancanza di fiducia sia in se stesse che negli altri.

La conseguenza più tragica dell’abuso è la morte.

Per permettere a questi bambini abusati di vivere una vita normale, è necessario un intervento psicoterapeutico-psicologico, in cui si cerca di far cambiare i modelli educativi a cui far riferimento, si cerca di non far sviluppare sensi di colpa e vergogna. Lo scopo principale è quello di favorire uno sviluppo psicologico sano e funzionale, per aumentare la probabilità di stringere relazioni positive, mature e soddisfacenti.