'Non voglio immigrati da quei cessi di paesi'. L'ultima dichiarazione del presidente Donald Trump nello Studio Ovale, se non ha il sapore di xenofobia fa tuttavia infuriare il mondo intero, decretando oggi più che mai l'isolamento di Washington sul piano internazionale. Una posizione scomoda, in cui il tycoon si è cacciato giovedì scorso sollevando l'indignazione delle Nazioni Unite, le quali non hanno potuto fare a meno di stigmatizzare le frasi offensive del presidente Trump, oggi più che mai al centro di accuse di razzismo.

L'indignazione di Africa e America Latina

Il pensiero del presidente Trump è dunque chiaro: "l'America è stufa di continuare ad accogliere gente da quei cessi di paesi", come ha dichiarato davanti ai membri del Congresso. In particolare, sotto accusa sono Haiti, El Salvador, e una parte dei Paesi Africani, a cui l'America ha garantito lo 'status di protezione', tutelando gli abitanti che sono fuggiti negli USA spesso a causa di disastri naturali. Proprio in merito al suddetto 'status' le rettifiche di Trump, il quale non ha fatto mistero sul desiderio di abolire tale tutela, a discapito di molti immigrati sul suolo americano.

Trump che nonostante tutto, subito dopo la riunione tenuta alla Casa Bianca si è dato da fare smentendo tutto su Twitter, negando di aver utilizzato l'espressione incriminata.

Una sparata in stile tycoon che scuote di nuovo l'establishment repubblicano, preoccupato in vista delle prossime elezioni, e che ha mobilitato subito gli ambasciatori dei Paesi Africani, i quali si sono immediatamente dichiarati "allarmati" e aspettano presto le scuse del presidente.

Hillary Clinton: "Trump ignorante e razzista"

Trump che ha suscitato anche la dura reazione di Hillary Clinton, la quale ha posto il punto sull'impegno costante da parte dell'America di "aiutare i paesi vicini, in particolare quelli devastati otto anni fa dal terremoto". Attualmente sono circa dieci i paesi che godono dello stato di protezione (TPS), il quale consente l'ingresso negli States a una quota stabilita di immigrati.

Ci sono inoltre più di 250.000 salvadoregni emigrati che ora vivono negli States e verso i quali Trump prevedrebbe il rimpatrio immediato.

Politiche distruttive Usa?

C'è inoltre una questione più spinosa alla base delle accuse di xenofobia nei confronti di Trump, ovvero il coinvolgimento diretto degli Usa con politiche distruttive, che hanno generato povertà e miseria nei paesi che ora il presidente giudica "cessi". Episodi simili, si sono verificati a El Salvador, in Honduras e in Nicaragua, vittime delle numerose guerre sostenute dagli Usa nel periodo che va dagli anni '70, agli anni '90. Guerre che nella maggior parte dei casi l'America ha intrapreso per eliminare guerriglieri, politici scomodi, e chiunque minacciasse il governo Usa.

Si stima infatti che siano circa 2000.000, le vittime di Washington nelle nazioni più povere dell'America centrale: uno sterminio che con il tempo, ha generato ancor più povertà, terrore e il dilagare di molta criminalità armata.