Virginia Raggi ha ricevuto la richiesta di comparire in Procura a Roma per rispondere a delle domande riguardo all'indagine sul nuovo Stadio della Roma. La sindaca comparirà in qualità di testimone nell'inchiesta che ha portato all'arresto di ben nove persone e all'iscrizione nell'albo degli indagati di altre 27, tra cui anche personalità influenti come il Presidente del Coni Giovanni Malagò e Francesco Prosperetti direttore della Soprintendenza di Roma. La magistratura, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, vuole comprendere meglio cosa sia accaduto durante il periodo di trattative per la costruzione dello stadio e analizzare i rapporti tra la Raggi e Luca Lanzalone, colui che dovrebbe essere il vero referente dell'intero progetto.

Questa cosa sarebbe stata confermata anche dall'ex assessore all'Urbanistica Paolo Berdini che durante il suo interrogatorio ha affermato che il vero assessore allo Stadio era proprio Lanzalone.

La sindaca si dichiara parte lesa della vicenda

Virginia Raggi si è però dichiarata parte lesa, affermando che andrà in procura, ma come testimone di una vicenda in cui non c'entra nulla. La sindaca ha anche chiesto che non venga buttato fango su di lei come spesso è accaduto tramite i media. In ogni caso l'audizione della sindaca era stata già decisa da diversi giorni e dopo gli arresti sopra citati è stata confermata. Per venerdì prossimo sono stati fissati gli interrogatori per le nove persone arrestate.

Al momento pare che Parnasi, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano, si avvarrà della facoltà di non rispondere, mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò fa sapere, attraverso una nota congiunta del Coni, che l'incarico è passato direttamente all'avvocato Carlo Longari e chiederà di essere interrogato il prima possibile per chiarire la sua posizione.

La posizione del Presidente del Coni è in bilico

La situazione di Malagò è, però, particolare perché secondo l'informativa dei carabinieri emerge una stretta e significativa relazione tra il presidente del Coni e Luca Parnasi. Pare che i due parlassero di diverse questioni inerenti al progetto dello stadio della Roma e anche a quello del Milan.

La loro amicizia ricopre un intero capitolo del fascicolo riguardante l'indagine. Malagò sarebbe a tutti gli effetti l'intermediario tra i progetti e le squadre calcistiche. Lo stesso Parnasi, il 16 giugno 2017, riferiva a Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, che stava per incontrare Malagò per fargli conoscere Luca, nome che potrebbe riferirsi all'allora ministro dello sport Luca Lotti. Anche il 2 dicembre dello stesso anno, Parnasi, ad un collaboratore di Fassone, direttore generale del Milan, raccontava di voler chiedere a Malagò un supporto per il nuovo stadio del Milan. Infine, proprio l'11 marzo di quest'anno, Parnasi e Malagò si sono incontrati in via dell'Acqua Acetosa, sicuramente al Circolo Canottieri Aniene e qui Malagò ha presentato il compagno della figlia all'imprenditore.

Proprio il compagno della figlia si recherà, qualche settimana dopo, nell'ufficio di Parnasi, in via Emilia, per un colloquio di lavoro.

Il futuro dello stadio ancora incerto

Nel frattempo in Campidoglio è stato organizzato un incontro tra la sindaca e Mauro Baldissoni per discutere del futuro dello stadio. La Raggi ha affermato che per sicurezza e per non perdere la fiducia da parte dei cittadini si avvierà un controllo. Se questo controllo sarà positivo, si continuerà con i lavori. Tutto è in mano alla magistratura, per far sì che tutto si muova nella legalità. In ogni caso i lavori potrebbero subire un ritardo di ben dodici mesi.