Un'azienda lituana è stata multata per aver utilizzato immagini religiose nelle sue pubblicità. Da qualche anno, la ditta ricorreva a degli scatti di un uomo e una donna entrambi con l'aureola: lui indossava un paio di jeans (prodotti dall'impresa in questione) e presentava molti tatuaggi, mentre lei aveva un vestito bianco ed una sottile collanina di perle. Sotto ogni immagine, erano riportate frasi del tipo "Gesù, che pantaloni!", oppure "Cara Maria, che vestito!", e si chiedeva loro dove avessero comprato quegli abiti.

L'accusa è di aver offeso la morale pubblica utilizzando simboli ed immagini religiose per scopi pubblicitari.

La stragrande maggioranza della popolazione lituana, infatti, ha abbracciato la fede cristiana, sentendosi offesa da questa campagna pubblicitaria, definita blasfema ed inopportuna. Il dissenso è diventato piuttosto corposo, spingendo di fatto all'intervento dell'organo autoregolamentato degli specialisti di pubblicità e della conferenza episcopale lituana, i quali hanno concluso che gli spot in questione hanno effettivamente offeso la religione, comminando all'azienda una multa di 580 euro.

Le motivazioni alla base di queste accuse, però, non sono risultate abbastanza chiare né valide per giustificare la sanzione. Di conseguenza, il caso è stato ulteriormente approfondito, perché in realtà la sanzione imposta alla ditta avrebbe violato il suo diritto alla libertà d'espressione.

Le accuse, infatti, sono state definite vaghe, poiché non spiegano esattamente le ragioni per cui queste immagini siano da ritenersi offensive: non incitano all'odio e non sono nemmeno blasfeme o profane.

La vicenda è giunta fino alla Corte europea dei diritti umani di strasburgo, la quale ha difeso l'azienda in questione, accusando invece la Lituania per aver multato la società.

Di conseguenza, secondo la Corte è stato violato il diritto alla libertà d'espressione, ed è stato imposto un risarcimento all'impresa lituana precedentemente multata.

Quando l'eccessiva fede porta al fanatismo religioso

La maggior parte della popolazione lituana che ha abbracciato la fede cristiana, si è sentita offesa dall'utilizzo di determinate immagini, considerandole blasfeme.

In realtà, secondo i giudici di Strasburgo, la campagna pubblicitaria risulta lecita, poiché non incitava alla violenza e neppure all'odio nei confronti di Gesù e Maria. Fortunatamente il danno arrecato all'azienda non è stato irrimediabile, però ci sono ancora moltissime persone che continuano a sentirsi offese in seguito alla sentenza giunta dalla Corte europea.

Spesso, atti del genere tendono a causare la rabbia dei credenti, poiché costoro sono propensi a prendere alla lettera tutto ciò che si ritrova nel testo sacro di riferimento (la Bibbia in questo caso), dimenticando che, in realtà, il contenuto della Bibbia non va sempre interpretato letteralmente. Per esempio, nel Nuovo Testamento si cita: "se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno.

E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco". Se la citazione dovesse essere presa alla lettera, a quest'ora ci ritroveremmo con diverse persone zoppe o prive di un occhio, ma così non è perché quest'affermazione non va interpretata e applicata testualmente.

Il problema nasce nel momento in cui le persone prendono alla lettera tutti i dogmi e le ideologie della loro religione. Il fenomeno in questione è definito fanatismo religioso, e prevede la totale adesione ai principi di un Credo; l'adesione è quasi sempre irrazionale, e porta i fedeli a giustificare atti estremi con le ideologie della religione che seguono.

I fanatici sono intolleranti nei confronti delle altre confessioni religiose, perché si identificano eccessivamente con il proprio Credo, ritenendo ogni critica come un attacco a loro stessi. Inoltre ci sono anche persone che si rendono responsabili di azioni estremamente violente nei confronti dei loro simili che, però, professano una fede diversa dalla loro, trovando giustificazioni e conforto nei propri dogmi.

Difendere la propria religione in questo modo, significa difendere se stessi, e questo è indice di insicurezza. I fanatici, inoltre, tendono a mostrare un eccessivo controllo sugli aspetti della loro vita ed irrigidimento dei sentimenti, cosa che li porta a non comprendere assolutamente il punto di vista dell'altro.

Costoro vedono la propria divinità come un modello da seguire e da cui prendere spunto, che non potrà mai essere eguagliato da nessun altro. Quest'atteggiamento li spinge a costringere anche altri individui a seguire lo stesso modello come un punto di riferimento, palesando una certa mancanza di rispetto verso le ideologie altrui.

Tutti questi aspetti, alla lunga, hanno portato a pensare che il problema non sia legato solamente alla società o al tipo di educazione ricevuta, ma che dipenda da un vero e proprio disturbo della personalità. Come tale, quindi, non va sottovalutato, perché le conseguenze spesso sono più gravi di quanto non si possa immaginare.