Ora che la figlia non c'è più, il muro del silenzio familiare comincia a sgretolarsi, anche solo per una sbrigativa e brusca difesa. Sono tante le domande a cui dovranno dare risposte Annamaria Corbacio e Saverio Marchisi, madre e padre di Paola, morta di stenti, denutrizione, anoressia, a 31 anni lo scorso 6 gennaio. Ne ha trascorsi 14 da reclusa in casa senza mai valicare il portone del palazzo al centro di Polignano a Mare, in provincia di Bari, dove abitava anche con il fratello Lorenzo. Ieri una troupe del programma "Pomeriggio 5" è riuscita a strappare alla madre qualche frase che restituisce la sua versione dei fatti.

La donna, iscritta con il marito nel registro degli indagati per abbandono di incapace aggravato dalla morte, ha negato che la figlia sia morta di stenti.

La difesa della madre

"Mia figlia non voleva uscire perché non aveva nulla da fare". Ha risposto così all'inviato del programma condotto da Barbara D'Urso, la mamma di Paola negando che la figlia fosse denutrita. "Chi l'ha detto che non voleva mangiare? La gente ci infama. Paola mangiava regolarmente, stava bene, ha avuto un arresto cardiaco, purtroppo". Ha respinto l'accusa di maltrattamenti. "Nessun maltrattamento, io amo i miei figli, li ho messi al mondo con amore, e ora me ne è rimasto solo uno". Quando finalmente i carabinieri hanno aperto la porta di quella casa in cui è stata sepolta viva 14 anni tra topi e scarafaggi, Paola era riversa a terra morta con segni di denutrizione e larve sul corpo per la scarsa igiene.

Gli amici dell'altro figlio hanno raccontato che Lorenzo è riservato e non parla della vita familiare. Lo stato di degrado domestico, per loro, sarebbe da attribuire al fatto che la madre aveva problemi con la schiena e non riusciva a fare le pulizie.

Segreti di famiglia

Dopo che Paola è stata trovata morta, la famiglia ha sostenuto di non essere stata aiutata in questi anni a risolvere una situazione di indigenza.

Eppure, risulta che questa famiglia abbia respinto i soccorsi da parte di servizi sociali e vigili. E soprattutto, in tutto questo tempo, sembra che i genitori abbiano quanto meno assecondato e avallato il ritiro sociale, l'isolamento della figlia che ha comportato la perdita dell'identità e della salute fino alla morte. Come in un lento suicidio.

In tutti questi anni, come ha raccontato a 'Chi l'ha visto?' una ex compagna di classe che ha sempre cercato di mettersi in contatto con lei, i genitori hanno impedito a chicchessia di comunicare con Paola o di andare a trovarla in casa. Non ci sono riusciti gli amici, il parroco e tantomeno l'inviato di ìChi l'ha visto?' che lo scorso agosto aveva cercato di valicare il portone di acsa. Come se i genitori, oltre a voler nascondere una condizione di povertà di degrado domestico, avessero voluto nascondere un segreto di famiglia. Cosa è accaduto nella vita di Paola? Perché una ragazza di 17 anni che nel paese qualcuno ricorda come la prima della classe, rispettosa ed educata, ha scelto di interrompere gli studi e da quel momento si è segregata in casa?

Realmente è possibile che padre, madre e fratello con cui viveva abbiano assecondato un suo comportamento autodistruttivo, un disturbo mortale?

Sconfitta di tutti

"La sua morte è una nostra sconfitta", ha denunciato pubblicamente Federica Sciarelli, giornalista conduttrice di 'Chi l'ha visto?ì. "Avremmo dovuto abbattere quella porta", ha detto Sciarelli. Ma in questo caso penoso il fallimento è di tutti. Di un paese, Polignano a Mare, in cui tutti sapevano tutto: vicini che la sentivano piangere e urlare, conoscenti, parenti, amici, parroco, comune e forze dell'ordine. Ciononostante, non si è riusciti a liberare Paola dalla sua reclusione mortale.