Nikolas Cruz è il ragazzo che mercoledì è entrato armato nel suo ex liceo e ha iniziato a sparare sui vecchi compagni e professori. Gli ultimi aggiornamenti confermano che in totale sono 17 le vittime di questo folle gesto. Le testimonianze affermano che il ragazzo, di appena 19 anni, è entrato nella scuola armato di fucile e munito di una maschera antigas: dopo aver fatto scattare l’allarme e causato dunque la fuga dei suoi compagni allarmati dalle varie classi, il ragazzo ha iniziato a sparare sui propri bersagli umani.

Cronaca di una strage annunciata

Le testimonianze dei vecchi compagni e degli insegnanti fanno rabbrividire: si sostiene che il ragazzo sia stato sempre amante delle armi, che pubblicasse foto su Instagram che lo ritraevano con delle pistole in mano, che gli piacesse ammazzare gli animali. In un primo momento, ovviamente, si delinea nella nostra mente l’idea che queste sue passioni, decisamente discutibili, possano essere considerate come fattori predittivi di una possibile strage. Spesso, però, nella psiche umana c’è una vastità di variabili che possono influire sulla reale messa in atto di stragi o comportamenti violenti, dalle più ovvie, a quelle più sottili e subdole. Quindi, la passione per le armi può benissimo essere una semplice passione, ma dietro potrebbe nascondersi un disagio emotivamente più significativo.

A tal proposito, bisognerebbe prestare attenzione alla storia familiare di questo ragazzo. Una testimone, nonché ex vicina di casa di Cruz, afferma che il ragazzo ha un fratello, che entrambi sono stati adottati e che da poco tempo la famiglia aveva dovuto lasciare la propria casa perché non godeva più di condizioni economiche stabili.

A tutto ciò si aggiunge la morte del padre adottivo e l’incapacità della mamma di far fronte alle difficoltà comportamentali dei ragazzi, tant’è che spesso chiamava la polizia per far paura ai ragazzi e per metterli in riga.

Responsabilità della famiglia o semplice follia?

Alcuni studi psicologici affermano che la presenza di comportamenti criminali può essere associata a gravi condizioni disfunzionali all’interno del nucleo familiare.

In questo caso si presentano alcuni nodi critici che potrebbero aver influenzato la condotta disturbata del ragazzo. il primo punto a cui prestare attenzione è quello dell’adozione: gli studi dimostrano che quando un bambino o un ragazzo adottato non riesce a sviluppare un senso di appartenenza nei confronti della famiglia adottiva, aumenta in maniera percettibile la probabilità che egli incorra in comportamenti devianti e deviati.

In adolescenza, il ragazzo deve imparare a differenziarsi dalla famiglia, a percepirsi come singolo autonomo e a formare una propria identità, pur mantenendo un legame affettivo significativo con i genitori, che devono comunque essere considerati un punto di riferimento.

Questo processo di distacco sano però avviene solo nel caso in cui vi sia un sentimento di appartenenza alla propria famiglia, perché fa mantenere chiare in mente le proprie origini, i legami che ci sono e la fiducia che nutre nella forza di questi legami.

Questo processo è molto difficile e delicato e nei casi di adozioni lo è ancora di più dato il fatto che è molto difficile creare una situazione di appartenenza familiare in quanto si tratta di unire persone completamente sconosciute, con delle esperienze di vita diverse e nel caso dei figli adottati spesso anche sofferte, che si trovano a contatto e che devono creare, nelle interazioni quotidiane, il senso vero e proprio della propria famiglia.

Le condizioni economiche

Nel caso specifico, associato a questo c’è un secondo punto cruciale: le condizioni economiche instabili. Oltre ad una difficoltà legata alla situazione adottiva, il ragazzo ha vissuto anche il cambio della casa in cui viveva per andare da un’altra parte, perdendo un’importante punto di riferimento della propria vita. Come accade spesso, le condizioni economiche instabili potrebbero aver aumentato la probabilità di criminalità perché potrebbe aver sottoposto i genitori ad una situazione di grande stress, causando una mancata attenzione ai bisogni di Cruz, che magari ha trovato sfogo nel mondo delle armi. Gli studi psicologici su questo campo affermano che le condizioni economiche instabili hanno una grande influenza nello sviluppo funzionale dei bambini.

La spiegazione è che tutto ciò causa nei genitori un grave stress che spesso sfocia in gravi conflitti coniugali. Questo conflitto all’interno della coppia, lo stress e le preoccupazioni portano i genitori a dimenticare che i propri figli hanno dei bisogni specifici, non vengono ascoltati, capiti e spesso si mettono in atto strategie educative punitive, che mettono i bambini nella condizione di sviluppare comportamenti e atteggiamenti disfunzionali.

A tutto ciò, nel caso di Cruz, si è aggiunta la morte del padre adottivo e le difficoltà comportamentali. La morte del padre adottivo ha costretto la madre ad assumere su di sé il ruolo di madre, ma anche di padre. Non riuscendo a rivestire in modo ottimale questi ruoli, ha spesso coinvolto la polizia.

Questo potrebbe aver causato un trauma nella mente del giovane, in quanto innanzitutto vede la propria madre incapace di rivestire dei ruoli fondamentali e indubbiamente poco recettiva nei confronti dei bisogni del figlio e poi perché potrebbe essersi sviluppata nella mente di Cruz la fantasia che la madre lo ritenga sbagliato, inadatto e da punire.

In conclusione, si può considerare che la famiglia ha un peso predominante nello sviluppo di condotte criminali e che possono essere molto diverse le variabili che spingono un giovane a commettere follie tali. Bisogna considerare questi gesti non come gesti attuati da persone malate, ma come conseguenza di una dinamica disfunzionale a cui purtroppo l’individuo è sottoposto. #Superuovo