Imprigionato nel corpo, è stato un uomo dalla mente immensa come l'universo che ha studiato. A 76 anni è morto stamattina nella sua casa di Cambridge lo scienziato Stephen Hawking, astrofisico di fama mondiale, icona della cultura di massa e della Scienza come già Albert Einstein, per le sue doti di brillante divulgatore e fine umorista. E pensare che all'età di 21 anni i medici gli avevano diagnosticato una grave malattia degenerativa annunciandogli che non sarebbe sopravvissuto oltre un paio di anni. E invece ne ha vissuti altri 55 sfidando i limiti.

Quelli di un corpo malato di Sla con una vita affettiva piena e movimentata, due matrimoni e tre figli, e quelli della fisica per disegnare un nuovo modello cosmologico. Ha cercato una teoria dell'universo che le inglobasse tutte, senza per questo dissolvere il mistero della vita e del cosmo. Il suo testamento è la profezia del futuro dell'umanità: per salvarci occorrerà lasciare la terra, creare colonie spaziali e trasferirsi su Marte.

Chi è Stephen Hawking e cosa ci lascia

Stephen Hawking è stato uno dei più grandi scienziati del XX secolo. A 32 anni era già il più giovane membro della Royal Society inglese. Affetto dalla sclerosi laterale amiotrofica, malattia incurabile del sistema nervoso, grazie a una sedia a rotelle progettata su misura e a un sintetizzatore vocale ha comunicato con il mondo.

Ha avuto una lunghissima carriera accademica e di divulgatore. Ha scritto libri e partecipato a centinaia di conferenze contribuendo a rendere concetti astrofisici complessissimi alla portata di tutti, perché per lui questo era il compito della scienza: far sì che le scoperte diventino conoscenze condivise. Ha raccontato i buchi neri e l'origine dell'universo ridisegnando una cosmologia che integra meccanica quantistica e relatività, l'infinitamente piccolo con l'infinitamente grande, mirando a una 'teoria del tutto'.

L'universo che ha tracciato non ha un inizio e una storia unici, ma una moltitudine di inizi e di storie. In esso vi sono mondi e galassie infiniti, alcuni scomparsi precocemente dopo il Big Bang. Celebrato dai grandi della terra, è stato nominato nel 1986 membro della Pontificia Accademia delle Scienze ed elogiato sia da papa Benedetto XVI che da papa Francesco per lo spirito 'religioso' della sua ricerca.

Ha ispirato film per la tv e il cinema. Il suo bestseller "Dal Big Bang ai buchi neri, Breve storia del tempo", pubblicato la prima volta del 1998, ha venduto più di 10 milioni di copie in circa 20 anni.

Il testamento

Nell'infinità dei mondi e degli universi prefigurati dal filosofo scienziato visionario del XVI secolo Giordano Bruno, per Hawking la terra è una palla di fango marginale. Pur essendo un puntino in un pianeta minore, l'uomo sta decretando la morte del mondo che abita. Il suo futuro sulla terra ormai per lo scienziato ha una data di scadenza: al massimo cento anni. L'unico modo per salvarci da noi stessi è sparpagliarci nello spazio e colonizzare altri pianeti. Il futuro per l'umanità indicato da Hawking è nei viaggi interstellari.

Questo il tema prioritario delle sue ultime conferenze e dell'appello lanciato agli stati di tutto il mondo. Va costruita una base sulla Luna entro i prossimi 30 anni da cui colonizzare magari uno dei tanti pianeti gemelli della terra di nuova scoperta e si deve andare su Marte entro il 2025. Va bene attuare politiche per rallentare il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Ma le risorse si stanno esaurendo, un asteroide potrebbe colpirci e prima o poi la terra sarà inghiottita dal Sole. Per Hawking un buco nero è una porta d'ingresso a un altro universo. Se l'uomo darà retta all'immaginazione scientifica si salverà.