"Ampio sostegno internazionale al processo avviato dal Governo libanese per rafforzare le capacità e l'efficacia delle forze di sicurezza". Così il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano, in una nota riportata dal sito della farnesina, sulla riunione "Lebanon building trust: a viable security for the country and the region", tenutasi a Roma. Presenti i rappresentanti di quaranta Paesi.
Un'occasione "per sostenere la sovranità" e, sostanzialmente "l'indipendenza del Paese" e delle istituzioni. All'appuntamento hanno preso parte anche Saad Hariri, premier libanese; Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu, e Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio.
Le prossime tappe
L'incontro ha rappresentato il primo atto della "roadmap" già tracciata dallo "International support group for Lebanon". Le prossime tappe: venerdì 6 aprile, a Parigi, la Conferenza del Cedro; martedì 24 aprile, a Bruxelles, riunione sulla risposta alla crisi umanitaria derivante dal notevole afflusso di rifugiati siriani.
Alfano ha sottolineato l'importanza di una "strategia globale" per consentire al Libano di proseguire il percorso di crescita finalizzato alla stabilità del Paese. Invitati ai lavori anche Federica Mogherini, alta rappresentante per la sicurezza in Europa; Roberta Pinotti, ministra della Difesa, e Claudio Graziano, generale, capo di Stato maggiore dell'Esercito.
Lotta al terrorismo
Il potenziamento dell'esercito, delle forze di sicurezza, il cui apporto è ritenuto vitale nella lotta al terrorismo, per un concreto ed efficace controllo delle frontiere e per la massima garanzia della stabilità interna, costituiscono una fase imprescindibile, fondamentale, per raggiungere l'obiettivo del consolidamento delle istituzioni dello Stato.
E' quanto emerso, inoltre, dalla riunione alla Farnesina, che ha assunto anche una valenza interna di carattere politico, per il rafforzamento dello spirito di collaborazione alla base del Governo di larghe intese di Hariri, nonché per la realizzazione delle condizioni di sicurezza per il voto di maggio, quello delle elezioni parlamentari. Le prime dal 2009, un momento particolarmente atteso.
L'impegno dei Caschi blu
Dalla Farnesina sottolineano che l'Italia può considerarsi un "partner" di assoluta importanza nell'ambito del sostegno allo sviluppo delle capacità delle forze armate libanesi. In primis, per l'impegno profuso sul fronte dell'addestramento: complessivamente ventiquattro i corsi che sono stati organizzati nel 2017, cinquantaquattro quelli programmati per l'anno in corso.
Inoltre sono oltre mille gli italiani fra i Caschi blu, 10 mila e cinquecento. I soldati delle forze internazionali di pace dell’Onu, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel Paese in cui prestano servizio. I Caschi blu, che hanno ricevuto il Nobel per la pace nel 1988, rappresentano il contingente dell'Unifil - acronimo di United nations interim force in Lebanon, la Forza d'interposizione in Libano delle Nazioni unite - incaricato del monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Libano e Israele e del sostegno alle forze armate libanesi impegnate nel Sud del Paese. Tra gli Stati occidentali, l'Italia è il "primo contributore" di Unifil.
La realtà libanese
Il Libano si affaccia sul settore orientale del Mar Mediterraneo. Confina con la Siria a Nord e a Est, con l'Israele a Sud. Si estende su una superficie di poco più di 10 mila chilometri quadrati, con una popolazione di circa 6 milioni di abitanti. La capitale è Beirut, con oltre un milione di residenti. Fra le altre città principali spiccano Tripoli, Biblo, Sidone, Tiro, Nabatiye, Zahle, Baabda, Baalbek e Hermel. Il Libano ha una lunga tradizione di politiche economiche, basate sulla concorrenza e il libero scambio. L'Italia, fra i primi partner commerciali del Libano, contribuisce all'11 per cento delle importazioni del Paese.