Stef Tuci è un giovane albanese di 26 anni che si è reso protagonista di una tentata rapina nelle campagne della provincia di Pavia alla fine del mese di marzo. Si era introdotto, a volto coperto ed armato di un bastone o di una spranga, nel cortile dell'abitazione di Antonio Bonfiglio, 56enne autotrasportatore. Una storia che, all'apparenza, sembra molto simile a tante altre che, purtroppo, si verificano spesso nel nostro Paese.
Probabilmente, lungo la strada, il 26enne era atteso da un complice. Il padrone di casa, allarmato dal suo cane, avrebbe imbracciato il fucile da caccia che deteneva regolarmente, pensando di trovare - come accade spesso - un cinghiale o un altro animale selvatico. E così ha sparato un colpo nella direzione del giardino dalla quale provenivano rumori sospetti.
Il proprietario dell'immobile, però, non ha colpito un animale selvatico, ma ha ferito all'addome un ladro. Questi è riuscito a trascinarsi lungo la strada, dove è stato notato dai vicini di casa del 56enne che hanno chiamato prontamente un'ambulanza che l'ha trasportato al Policlinico San Matteo di Pavia, dove è stato ricoverato.
Dopo la guarigione, la visita dell'eurodeputato con il "conto" delle cure
Il giovane albanese è stato indagato per tentata rapina ma, al contempo, la giustizia ha messo nel mirino anche la vittima, ipotizzando l'eccesso di difesa. La comunità locale ha espresso la propria solidarietà nei confronti del concittadino, e la vicenda ha coinvolto anche il mondo della politica che, nonostante le consultazioni al Quirinale per formare un nuovo governo, non ha perso comunque di vista quanto accade sul territorio.
Infatti l'eurodeputato della Lega Angelo Ciocca non si è limitato a partecipare alla manifestazione a sostegno del signor Bonfiglio organizzata dai vicini, ma si è reso protagonista di un episodio che sta facendo discutere, recandosi in ospedale nel giorno in cui il ladro sarebbe stato dimesso.
Facendosi riprendere da un collaboratore, e trasmettendo il suo intervento in diretta Facebook, il politico si è recato nella stanza dove era ricoverato il 26enne albanese con un cartello con stampata la cifra "6500 euro", ovvero il costo sostenuto dal nosocomio per curarlo. Dopo essere giunto nella camera, Ciocca ha impartito al giovane una vera e propria ramanzina.
In maniera pacata ma ferma, gli ha chiesto di scusarsi con tutti gli italiani e di tornare, dopo le dimissioni dall'ospedale, al suo paese di origine. Il suo gesto criminale, infatti, è stato perpetrato ai danni di una persona che, pur lavorando ogni giorno, fa fatica ad arrivare alla fine del mese: "Lei deve riflettere su quello che ha fatto - ha detto Ciocca - l'Italia non ha bisogno di delinquenti, ma di giovani che abbiano voglia di lavorare".
Successivamente gli ha consegnato il cartello che aveva portato con sé, consigliandogli di conservarlo come promemoria, invitandolo a riflettere sul suo esecrabile gesto e sul suo futuro, ed intimandogli, qualora avesse intenzione di delinquere ancora, di tornare nella sua nazione di origine.