È successo in provincia di Alessandria: il bullismo di una classe superiore, formata da ragazzi di 14 e 15 anni, è sfociato in modo aggressivo nei confronti di una delle proprie insegnanti, presa di mira perché con difficoltà deambulatorie. La docente è stata legata ad una sedia con dello scotch, per poi essere picchiata con pugni e calci dagli adolescenti. Sebbene l’avvenimento abbia dell’assurdo, non è ancora la parte peggiore di tutta la vicenda: pare infatti che il Consiglio di classe, formato dai genitori degli alunni e dalla presidenza, abbia optato sì per una punizione, ma che non invita certo i ragazzi a raccogliersi in riflessione per la gravità delle proprie azioni: pulire la scuola per un mese.
È questo il lavoretto che ha il compito di stimolare lo sviluppo di responsabilità negli aggressori, che non sono ancora stati denunciati dall’insegnante. Purtroppo questa non è una notizia isolata: ultimamente le istituzioni scolastiche ed il corpo docenti si trova sempre più di fronte a ragazzi non solo immaturi e svogliati, ma violenti e potenzialmente pericolosi: a cosa è dovuta tanta aggressività nelle ultime generazioni?
Deficit educativo
Una delle cause principali si può individuare, implicitamente, nella scelta del Consiglio di classe sopra riportata: gli adulti, ovvero le figure di riferimento, forniscono modelli inadeguati, che si nascondono dietro un “sono solo ragazzi, cresceranno”.
Il modello dell’educazione parentale è enormemente cambiato, girandosi da un estremo all’altro, tra le generazioni del secolo scorso e quelle odierne: mentre precedentemente era diffuso un modello autoritario ed eccessivamente severo, oggi i genitori hanno paura di dire “no” ai figli, temendo di perdere il loro affetto e di contrariarli.
È una pratica che inizia sin dall’infanzia, per poi sfociare nella totale mancanza di responsabilità e percezione della realtà in età adolescenziale e adulta, dove i ragazzi, tenuti da sempre in una campana di privilegi, si scontrano con i doveri. Autorità e severità utilizzate nella maniera giusta non sono però sinonimi di genitori inadeguati, tutt’altro.
Emulare l'ambiente
Un’altra motivazione va invece ricercata nella coazione a ripetere, che viene indicato in psichiatria come la tendenza a ripetere e mettere in atto un comportamento spinto da una necessità interiore inconscia e del tutto incontrollabile. Per quanto riguarda la violenza, la coazione a ripetere riguarda spesso un comportamento interiorizzato tramite l’osservazione dell’ambiente famigliare: è il classico circolo vizioso secondo il quale un bambino che subisce passivamente i maltrattamenti tra i due genitori, o attivamente su sé stesso, allora tenderà ad adottare la violenza e l’aggressione come linguaggio di comunicazione con gli altri.
Tendenze cameratiste
Infine, una componente caratterizzante la maggior parte degli atti di aggressione dei giovani, è il gruppo: mettere in atto un comportamento che non viene, di solito, socialmente accettato può diventare invece accettabile per un individuo nel momento in cui a compierlo si è in gruppo, in quanto in questo modo è possibile non individuare in sé stessi l’origine di ciò che è accaduto, ma in qualcun altro. È così che alcune persone possono compiere, in gruppo, azioni che da sole non avrebbero altrimenti mai fatto.