Un nuovo tragico caso, doppiamente sconvolgente perché sembra la copia di un fatto precedente avvenuto appena un mese fa, sempre a Roma. Giorgio Orsini, 54 anni, è morto sabato 22 aprile per una diagnosi sbagliata. Ne sono convinti i familiari e con loro la procura capitolina che ha avviato un'indagine per omicidio colposo. La stessa cosa è successa a Daniela Sabbatini deceduta lo scorso 20 marzo. Queste due persone sono morte per un aneurisma all'aorta addominale non riconosciuto, scambiato per un banale mal di schiena. In particolare, a Daniela al Policlino Casilino avevano diagnosticato una lombosciatalgia.
A Giorgio, all'Aurelia Hospital una dorsolombalgia provocata da un'ernia.
Soltanto 48 ore prima mandato a casa con diagnosi di ernia
Cosa è successo al 'gigante buono'? Tutti conoscevano e chiamavano affettuosamente così Giorgio Orsini, sposato, tre figli, macellaio in un supermercato del quartiere La Storta, periferia nord di Roma, che frequentava i circoli bocciofili della capitale in qualità di atleta assiduo partecipante alle gare. L'uomo è morto sabato scorso all'ospedale San Filippo Neri di Roma. Era arrivato in condizioni gravissime. 48 prima, Orsini era stato in un altro ospedale capitolino, l'Aurelia Hospital perché si sentiva male: aveva fortissimi dolori alla schiena ma anche all'addome che gli impedivano di muoversi.
Tant'è che lo aveva accompagnato in auto sua moglie Patrizia. Ad Orsini era stata fatta una lastra e diagnosticata una dorsolombalgia che sarebbe stata provocata, secondo chi l'ha visitato, da un'ernia del disco. Quindi gli era stato suggerito di farsi visitare da un chirurgo vertebrale e gli era stata somministrata una cura a base di morfina e cortisone.
Dopo 48 ore, le condizioni dell'uomo sono peggiorate: trasportato d'urgenza all'ospedale San Filippo non c'è stato più nulla da fare perché l'aorta ha ceduto. Ora la procura di Roma ha aperto un fascicolo: l'intento è quello di accertare eventuali responsabilità da parte dei medici che giovedì sorso in servizio all'Aurelia Hospital hanno sbagliato la diagnosi.
Il reato ipotizzato è di omicidio colposo, ma per il momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. E' stata disposta l'autopsia sul corpo di Orsini i cui funerali si svolgeranno giovedì.
Il caso di Daniela Sabbatini
Proprio in questi giorni, i familiari hanno voluto rendere pubblica la tragica vicenda di Daniela Sabbatini, morta lo scorso 20 marzo per una diagnosi errata. Anche lei aveva un aneurisma all'aorta addominale, ma quando è andata al pronto soccorso del policlinico Casilino per farsi visitare, la sua grave patologia è stata scambiata per un semplice mal di schiena da curare con un antidolorifico ed è stata rimandata a casa. I dolori alla schiena e alla gamba sinistra peggioravano, così il papà e la sorella hanno chiamato un'ambulanza ed è stata nuovamente portata in quell'ospedale.
Dopo lunghi tempi d'attesa, un ricovero, altre diagnosi sbagliate, i medici ipotizzavano prima un'infezione e poi una meningite, quando finalmente è stata fatta la diagnosi esatta, era troppo tardi. Erano trascorsi due giorni dallo scatenarsi dei dolori, l'aorta aveva ceduto e la donna è morta. Due storie identiche quelle di Giorgio e Daniela, due drammi che hanno gettato due famiglie, oltre che nella disperazione, nell'incredulità e che lasciano per il momento in sospeso una stessa domanda: se la diagnosi fosse stata tempestiva si sarebbero potuti salvare? Domande a cui dovranno dare una risposta le indagini in corso. In tutti e due i casi, la Regione ha chiesto alle Direzione sanitaria dell'Aurelia Hospital come del Policlinico Casilino, di effettuare un audit clinico in merito ai decessi per avere una relazione dettagliata sui tragici casi.