Non è certo una novità la correlazione fra psicosi e utilizzo di marijuana, e in psichiatria si parla già da tempo di "psicosi da cannabis" o più correttamente "psicosi da cannabis positiva": infatti la sostanza non è considerata in rapporto causa-effetto con la patologia, ma ad ora è stata indagata solamente la frequente compresenza delle due variabili. Coloro che hanno avuto episodi psicotici in seguito all'uso di marijuana, infatti, sono anche soggetti con una storia di disturbi psichiatrici (presenti già da prima dell'utilizzo) alle spalle.
Potremmo quindi dire che la marijuana può si "triggerare" una psicosi, ma solo in soggetti che hanno una predisposizione.
Il caso di Mark Phillips
Per questi motivi la sentenza del Tribunale di Toronto riguardo l'aggressione dell'avvocato trentasettenne Mark Phillips a danno di una famiglia di ispanici ha lasciato sia nella comunità locale che in quella scientifica molte perplessità. L'uomo, il 7 dicembre a St. Thomas (Ontario), aveva attaccato una famiglia di immigrati in un parcheggio "perché stavano parlando spagnolo", rompendo le costole di un uomo con una mazza da baseball accusandolo di essere un terrorista. La scena era stata poi ripresa con un cellulare e condivisa su YouTube.
L'aggressione era stata da subito considerata di stampo razzista e xenofobo, ma non è stata giudicata tale dai giudici: l'uomo si è infatti difeso affermando che la violenza non aveva nulla a che fare con l'etnia delle vittime, ma era dovuta ad una "psicosi indotta dall'utilizzo di marijuana": l'uomo avrebbe infatti fumato tre o quattro joint quel pomeriggio.
Phillips è stato quindi accusato di aggressioni con lesioni personali (invece di aggressione aggravata, come era accaduto inizialmente), e passati quindi i tre anni di condizionale e le duecentoquaranta ore di lavori socialmente utili, se si sarà astenuto da qualsiasi tipo di sostanza non avrà nessun precedente penale.
Crimine di droga?
Molti si sono chiesti quanto l'etnia e lo status sociale di Phillips abbiano influito sull'esito della sentenza, che ha lasciato l'amaro in bocca a molti (Phillips è un uomo bianco e un noto avvocato di Toronto), ma soprattutto il verdetto dei giudici sembra ignorare tutte le ricerche scientifiche in merito alle psicosi e alla correlazione con le sostanze psicotrope.
L'idea che traspare dalla sentenza è che la cannabis possa improvvisamente portare ad una psicosi in un qualsiasi soggetto sano, psicosi che scompare del tutto e definitivamente appena l'effetto della sostanza svanisce. Nella pratica, nonostante le centinaia di ricerche che provano il contrario, la marijuana è la sostanza perfetta per giustificare qualsiasi crimine.