Un video girato in divisa, che ha subito catalizzato l’attenzione di centinaia di migliaia di persone. Protagonista del filmato è Riccardo Casamassima, il carabiniere che, attraverso la sua testimonianza, ha permesso di riaprire le indagini sulla morte di Stefano Cucchi, deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini di Roma, sei giorni dopo il suo arresto per detenzione di sostanze stupefacenti. Grazie alle sue coraggiose parole, sono finiti alla sbarra – per una serie di reati che vanno dall’omicidio preterintenzionale al falso e alla calunnia – cinque suoi colleghi.
Ma questa denuncia, ripetuta in aula lo scorso 15 maggio, sarebbe costata all'appuntato, oltre alle ripetute minacce, anche l’allontanamento dal suo abituale lavoro in strada, come ha confermato su Facebook.
La denuncia nel video
Casamassima aveva manifestato preoccupazione per gli effetti della sua testimonianza al processo, in cui ha confermato di aver sentito da diversi colleghi che Cucchi sarebbe stato violentemente percosso in caserma, la notte dell’arresto. Ora nel video spiega, senza giri di parole, come sia accaduto proprio ciò che temeva. Per aver fatto il proprio dovere, “di uomo e di carabiniere”, ora si ritroverebbe a subire delle vere e proprie ritorsioni. Nel filmato racconta di avere ricevuto la notifica del suo prossimo trasferimento nella scuola allievi ufficiali dell’Arma.
Per l’appuntato questo è un modo per togliergli le mansioni che svolgeva abitualmente, per rinchiuderlo in un ufficio e per allontanarlo dalla famiglia. Secondo Casamassima questo comportamento è “scandaloso” e rischia di compromettere il processo che è ancora in corso.
L’intervento del ministro della Difesa
Per queste ragioni l’appuntato, nel suo messaggio, si rivolge anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oltre che a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, chiedendo loro se sia giusto subire un trattamento simile per aver fatto il proprio dovere.
Al carabiniere ha risposto il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che fa sapere di aver già parlato della vicenda con il comandante generale dell’Arma e che è necessario approfondire la situazione, pur aggiungendo che “sicuramente ci sono dei fraintendimenti”. Secondo i vertici dei Carabinieri alla base del trasferimento ci sarebbe il disagio psicologico che lo stesso Casamassima ha lamentato in passato, per il fatto di lavorare nella stessa caserma in cui operano uno dei militari al centro delle sue rivelazioni ed un altro che avrebbe pronunciato parole offensive nei suoi confronti.
Interviene sulla vicenda anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che in un post su Facebook, esprime solidarietà al carabiniere e si chiede se fosse proprio necessario effettuare questo trasferimento durante il processo, a ridosso delle testimonianze di numerosi altri colleghi dell’appuntato.