Ciò di cui vi vogliamo parlare all'interno di questo articolo è una di quelle notizie che sicuramente vi faranno emozionare e allo stesso tempo dispiacere perché c'è di mezzo la vita di una bambina. Gioia Marano, infatti, è una piccola creatura di appena tre anni, originaria di Montella in Irpinia, che aspetta assieme alla sua famiglia un trapianto di cuore che potrebbe salvarle la vita.
La bambina vive oramai da un anno in ospedale, al Bambin Gesù, dove è stata trasferita da Napoli in quanto al Sud i trapianti pediatrici sono ancora sospesi anche se le riunioni proseguono nel tentativo di riavviare le attività. Nel frattempo, però, Gioia lotta tra la vita e la morte col sostegno dei suoi genitori che sono sempre accanto alla loro figlioletta e che si alternano di notte: uno rimane in reparto con la bimba e l'altro dorme in un istituto religioso.
Il racconto di papà Giovanni
Proprio a causa del trasferimento a Roma, i problemi economici per la famiglia non si sono fatti attendere ed è proprio per questo motivo che nell'ultimo periodo si è organizzata una colletta per aiutarli.
Il padre della bimba, infatti, ha spiegato di ritenere ingiusto non potersi permettere di assistere la propria figlia, ripercorrendo poi le varie tappe della loro triste avventura. Giovanni ha spiegato che il 25 luglio dell'anno scorso la bambina è stata portata al pronto soccorso di Avellino per un mal di pancia, ma che da lì è uscita con una miocardiopatia dilatativa. Di conseguenza è arrivato subito il trasferimento dal Monaldi di Napoli e da quel momento in poi la famiglia non ha più fatto ritorno a casa per stare al fianco della bimba, che col passare del tempo ha smesso di parlare a causa di un'emorragia cerebrale e due ischemie, oltre che vari interventi chirurgici.
Stando alle parole del padre, la bambina ha già utilizzato in passato il Berlin heart, cioè una strumentazione esterna che viene collegata al torace attraverso delle cannule.
Tre giorni dopo la rimozione, però, la bambina aveva avuto un altro malore e a salvarle la vita è stato un mini-cuore artificiale che le è stato impiantato dal medico Antonio Amodeo dopo aver ottenuto l'autorizzazione dalla Food and Drug Administration americana e dal Ministero della Salute. Come detto dallo stesso papà, i risultati sembrano essere incoraggianti, tant'è vero che la bambina da un mese non è più in rianimazione ma in cardiochirurgia e che da qualche giorno ha cominciato anche a pronunciare qualche parolina. Il problema principale, però, continuare ad essere quello economico, anche perché sia lui che sua moglie non hanno ovviamente più un lavoro. Proprio per questo motivo sono partite varie raccolte fondi che potrebbero rivelarsi decisive per il destino della piccola Gioia.