Lui, Elon Musk, il genio ribelle, ambizioso e visionario della Silicon Valley, è esaurito a causa di un fortissimo stress da iperlavoro. Tanto che per dormire è costretto ad assumere farmaci e pastiglie di sonniferi. Uno shock planetario per l'opinione pubblica con risvolti economici preoccupanti. È lui stesso, Elon Musk in persona, punto di riferimento per sognatori di ogni fascia d'età e ceto sociale, a confessarlo sulle pagine attente e talvolta perniciose del New York Times. Esaurimento da troppo lavoro, lapalissiano: concetti chiari e parole che quasi suscitano tenerezza di fronte ad un gigante che si scopre con i piedi d'argilla.
Chi è Elon Musk
Elon Musk, sudafricano naturalizzato statunitense nel 2002, classe 1971, 47 anni appena e una inimmaginabile serie di traguardi raggiunti, di muri abbattuti, di scommesse vinte, di sfide inenarrabili, ma anche di tonfi epocali e di rischi sottovalutati in nome della filosofia epica e sfidante fondata sull'inesistenza del concetto di "limite". I limiti esistono unicamente per essere infranti (come le regole). Punto.
È stato così per lui, ingegnere del futuro remoto, imprenditore sconcertante dei tempi moderni, universitario opportunista che affitta la sede di una confraternita trasformandola in un night club, dottorando in Fisica Applicata che abbandona l'università di Stanford per inseguire i propri sogni: spazio, tecnologia, internet, economia, innovazione a 360 gradi elevata all'ennesima potenza, senza se e senza ma.
Uno con le idee chiare, chiarissime. Capace di asfaltare nemici e ostacoli tecnici con la stessa naturalezza con cui si beve un bicchier d'acqua. Non c'è campo di innovazione vera che non sia stato toccato ed espugnato dal magnate di Pretoria, uno per cui il lavoro e la famiglia (6 figli, 2 mogli, la seconda delle quali sposata due volte dopo una separazione) sono due facce della stessa medaglia: la vita vissuta oltre ogni limite.
Paypal, SpaceX, Tesla Motors, SolarCity, Hyperloop, Neuralink, OpenAI sono le sue brillanti realizzazioni partorite in maniera del tutto visionaria: nessun limite può fermare Elon Musk. Fino a ieri, almeno.
La confessione al NYT
Poi, come un fulmine a ciel sereno (anche se da tempo, ormai, in molti avevano subodorato qualcosa), arriva al confessione al New York Times: Elon Musk è esaurito.
Troppo stress da iperlavoro, sonniferi per dormire, sensi di colpa per non riuscire a trascorrere del tempo con famiglia e amici, appena 2700 esemplari di Model 3 realizzati nel secondo semestre 2017 a fronte dei 200 mila promessi, poi il 2018 come anno più doloroso per la sua carriera: parole proferite dalla bocca di Elon Musk in persona. Il mondo dell'innovazione "percosso e attonito al nunzio sta". Un "5 Maggio" manzoniano a stelle e strisce di silicone.
Un'intervista dalla temperatura così gelida che neppure Elsa di Frozen (Disney) in preda allo sconforto della solitudine sulla montagna sarebbe riuscita a raggiungere. E invece, con Elon Musk, tutto può succedere. Anche che il titolo Tesla precipiti in Borsa mandando in fumo 5,5 miliardi di dollari in poche ore, perdendo il 9%.
Lui, dritto come un treno, continua. Pare che dal 2011, in 7 anni, sia rimasto a casa in vacanza "forzata" per una sola settimana, costretto a letto non da un'influenza stagionale. Ci è voluta la malaria a tenerlo fermo per 7 giorni. Da allora in poi, lavoro no-stop: 120 ore a settimana e 24/7 dal suo ultimo compleanno (28 giugno), tanto che avrebbe presenziato per un soffio al matrimonio di suo fratello, altrimenti sarebbe saltato anche quello.
"Quest'anno è stato il più difficile e doloroso della mia carriera. È stato atroce. Non sto neppure bene." - ipse dixit al NYT in questa shockante confessione, sottolineando come i suoi amici stretti siano davvero preoccupati" a proposito della sua salute.
Il tweet dello scandalo
Tutto è scoppiato con un tweet del 7 agosto firmato Elon Musk a proposito del delisting della società con tanto di inchieste della Sec) per capire se abbia fuorviato deliberatamente gli investitori sui problemi di produzione Model 3, l'auto elettrica di cui sono stati prodotti solo 2700 pezzi a fronte del 200.000 previsti.
Lui nicchia e rilancia, commentando di aver scritto quel tweet coscientemente e senza aver fatto uso di stupefacenti "ricreativi". Del resto, nonostante tutto, l'imprenditore più visionario di sempre e comunicatore d'eccellenza è probabile che abbia anche questo. La sua ferma opposizione a lasciare almeno una delle due cariche attualmente ricoperte contemporaneamente di Presidente e Chief Executive potrebbe essere proprio la "rassicurazione" che i mercati volevano. Nessun numero 2, insomma, alla guida di Tesla Motors. Tutti salvi, Elon Musk compreso.