In un mondo dove le coppie omosessuali ottengono sempre più diritti, ecco una notizia che ha dello sconvolgente e che va in controtendenza. Un bambino di 9 anni, infatti, ha dichiarato la sua omosessualità e, subito dopo, ha deciso di togliersi la vita.

Il fatto è successo a Denver, negli Stati Uniti. Un coming out che ha scatenato le prese in giro da parte dei compagni. Per ben 4 giorni il bambino, Jamel Myers, è stato preso di mira con diversi insulti e inviti a togliersi la vita. Una provocazione che, alla fine, in preda alla vergogna, ha accettato suicidandosi.

Orgoglioso di essere omosessuale

"Sono felice e orgoglioso", aveva dichiarato. E, invece, questa sua presa di coscienza, forse prematura, gli è costata cara. Il racconto straziante di quanto accaduto è della madre: "Non mi ha raccontato e detto nulla delle minacce dei compagni, sono sconvolta". Il corpo di Jamel è stato trovato giovedì scorso a casa. L'unica a sapere qualcosa era la sorella maggiore. La vittima, infatti, le aveva confessato che i compagni lo prendevano in giro e gli avevano detto di uccidersi.

Un gesto, però, che deve far riflettere, almeno secondo la madre, che tiene in sé la speranza che quanto accaduto possa aumentare la consapevolezza degli effetti che il bullismo può avere, specialmente in soggetti più giovani e fragili.

Il fatto non è certamente passato inosservato alla preside della scuola, che ha inviato una lettera alle famiglie degli studenti proponendo dei servizi di consulenza. Un episodio così increscioso, infatti, non dovrebbe verificarsi mai più.

Non è il primo caso che si verifica, così come non sono mancati i casi di violenza o insulti nei confronti di chi prova attrazione per lo stesso sesso.

Il dolore della madre

Un dolore, quello della madre, Leia Pearce, che difficilmente verrà superato: "Sono morta dentro, era bello. Ho perso il mio più grande dono", ha commentato la donna intervistata da un'emittente del luogo.

Questo, può essere definito come un gesto discriminatorio e razzista, come quello a cui si assiste, purtroppo, ripetutamente all'interno della società.

Spesso, ormai, si sente parlare di persone prese di mira per il loro colore della pelle o guardate, semplicemente, con indifferenza o superficialità per il loro luogo di provenienza.

Una piaga sociale che, purtroppo, nel 2018 è ancora presente e radicata nella società, anche in quella occidentalizzata, considerata da molti come "evoluta" e aperta sotto tanti punti di vista.