Migranti approdano a Lampedusa; si riaccende la polemica tra Italia e Malta con Salvini in prima linea nella protesta contro chi (secondo il Viminale) “continua a scaricare il problema” sul nostro Paese, lasciato solo nell'affrontare un'emergenza senza precedenti. A venti giorni esatti dal contestatissimo epilogo del caso Diciotti, il ministero dell'Interno si trova quindi ad affrontare l'ennesimo sbarco sulle coste già interessate, come ogni anno, da numerosi episodi di salvataggio e accoglienza dei tanti disperati in fuga dall'Africa verso il Paese europeo più facile da raggiungere via mare.

Come si comporterà il vicepremier leghista di fronte alle richiesta di aiuto di rifugiati e richiedenti asilo interessati ad accedere al regime di protezione previsto per gli aventi diritto? Matteo Salvini non sembra nutrire particolari dubbi sulla linea da tenere in questa situazione, promettendo “soluzioni innovative ed efficaci”, evidentemente da mettere in campo al più presto senza perdere tempo e incappare in pericolosi errori.

Ancora migranti a Lampedusa, Salvini non ci sta

Sono in 184, secondo quanto riferito da fonti istituzionali alla stampa, ad aver toccato il suolo italiano nelle ultime ore dopo essere stati in viaggio per ore e ore nel Mediterraneo su piccole imbarcazioni provenienti con ogni probabilità dalla Tunisia.

E proprio le coste tunisine (o l'aeroporto di Tunisi) potrebbero essere la prossima destinazione dei migranti appena accolti in Italia, stando alle insistenti indiscrezioni filtrate dal Viminale: di accordi con i dirimpettai per la rapida gestione dei rimpatri aveva infatti di recente parlato il ministro dell'Interno in carica.

184 migranti a Lampedusa: Viminale contro Malta

Il braccio di ferro a distanza con La Valletta, intanto prosegue su livelli di tensione crescenti, come testimonia il post pubblicato ieri dallo stesso leader leghista, convinto che le autorità di Malta dovessero fare “il loro dovere” nell'affrontare i “clandestini” altrimenti destinati all'approdo sul territorio italiano.

“Non si tratta di navi in difficoltà” commentava duramente sempre su Facebook Matteo Salvini riferendosi alle persone intercettate in mare aperto da un aereo impegnato in operazioni di ricognizione, rincarando la dose con la promessa di tenere i porti chiusi per contrastare in modo radicale il “traffico di esseri umani”.