Il caso della nave Diciotti ha attirato molta attenzione mediatica, non solo in Italia, grazie alla volontà del ministro dell'Interno Salvini di non far sbarcare nessuno dei migranti a bordo per diversi giorni. Dopo lunghe trattative all'interno del governo e con altri Paesi alla fine è stato autorizzato lo sbarco, prima dei minori e poi degli adulti che sono stati smistati tra Albania, Irlanda e strutture della Chiesa Cattolica. A distanza di un paio di settimane dalla redistribuzione tutti gli adulti tra i migranti hanno fatto perdere le loro tracce.

I migranti della Diciotti hanno fatto perdere le loro tracce

Salvini, già dopo la fuga dei primi migranti, aveva avvertito che i clandestini sono "in fuga dalla legge". Ora anche gli ultimi rimasti a Rocca di Papa e nelle Diocesi sparse per l'Italia sono scappati: 53 dal comune della provincia romana, e altri 17 dalle diocesi. Un consistente gruppo tra i fuggiti, una trentina, sono stati identificati dalla polizia italiana di Ventimiglia nel tentativo di varcare il confine per passare in Francia: erano arrivati tutti a bordo di un pullman affittato dall'associazione Baobab. Tra tutti coloro che sono scesi dalla nave Diciotti solo in pochissimi hanno accettato l'ospitalità della Chiesa Cattolica, in pratica escludendo i migranti ricollocati in Albania e Irlanda sono rimasti solo i minorenni.

Nonostante la povertà, la fame e i pericoli che teoricamente dovrebbero correre i più hanno scelto la via della fuga, ma sfortunatamente per loro spesso trovano ai confini nord del nostro Paese un blocco imposto dalle nazioni confinanti. A conti fatti della nave Diciotti, escludendo i minori, gli scafisti e le persone ricoverate in ospedale, non rimane più nessuno.

Già dopo la prima fuga la Digos si era mossa per rintracciare i fuggitivi, riuscendo a rintracciarne qualcuno, ma secondo la legge vigente non possono essere detenuti durante il giorno e dunque sono liberi di andare dove vogliono.

Il responsabile dell'associazione Baobab complice della fuga

Il responsabile dell'associazione Baobab, Andrea Costa, intervistato appena saputa della notizia della fuga di eritrei da Roma, negò tassativamente che i migranti si fossero allontanati: "Impossibile, hanno preso un bus di lunga percorrenza a Tiburtina".

Nel pomeriggio dello stesso giorno, invece, è stato identificato insieme ad altre tre persone a Ventimiglia in veste di accompagnatore. "In quel momento non potevo parlare, avevamo deciso di mantenere il segreto fino a destinazione" ha dichiarato Costa.