Un bimbo di di dieci anni qualche giorno fa è stato vittima dell'esplosione di un petardo all’esterno dello stadio di Siligo, paesino in provincia di Sassari. Il giovane tifoso era lì per vedere suo fratello giocare nella squadra di Siligo. Ora il ragazzino, ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Marino di Cagliari, purtroppo è in coma farmacologico e il suo quadro clinico è grave, anche se non sembra essere in pericolo di vita.

Il bambino è stato già sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, che gli ha in parte salvato la mano destra, ma gli sono state amputate due dita. Domenica mattina, dopo che era stato ricoverato all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, dove è stato operato per un ematoma alla testa, il bambino è stato trasportato con urgenza nel nosocomio cagliaritano, in seguito ad alcune complicazioni. Nel frattempo i Carabinieri della compagnia di Bonorva - coordinati dal maggiore Sebastiano Battino – stanno indagando per cercare di capire chi abbia abbandonato la bomba carta o il petardo che ha provocato la violentissima esplosione.

I medici non sciolgono la prognosi e il racconto dell'esplosione fatta da Mario Fadda

Il piccolo quando è arrivato all’ospedale Marino di Cagliari, era già in condizioni gravi. Per questo motivo anche i vertici dell’Azienda Sanitaria cagliaritana hanno evitato di fare commenti, non lasciando trapelare nessuna notizia sulle condizioni del giovanissimo: la prognosi infatti è ancora riservata. Inizialmente, dopo il delicato intervento chirurgico alla mano, tutti avevano tirato un sospiro di sollievo, pensando che il peggio fosse passato. Ma poi, con lo scorrere delle ore, la situazione si è aggravata, nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi. Presente sul posto al momento dell'espolosione anche Mario Fadda, ex allenatore del Siligo: “Inizialmente non abbiamo capito cosa fosse accaduto, è successo tutto in pochissimo tempo.

Dopo il botto – prosegue nel racconto – abbiamo sentito delle urla e la gente ha iniziato a scappare. Io mi sono avvicinato al bambino e istintivamente mi sono tolto la camicia, per cercare di bloccare il sangue che usciva a zampilli dalla mano”. Fortunatamente allo stadio erano presenti medici e infermieri che hanno immediatamente soccorso il bimbo, in attesa del ricovero in ospedale. Anche il padre e il fratellino gemello sono rimasti leggermente feriti dalla deflagrazione ma per loro, per fortuna, non c’è stato bisogno di particolari cure.

Le indagini dei Carabinieri

Non è ancora molto chiaro cosa abbia provocato l’esplosione. I Carabinieri – insieme ad altri specialisti – stanno cercando di capire se ad esplodere sia stata una bomba carta o addirittura un grosso petardo, potenziato da qualcuno con della polvere pirica, e poi abbandonato vicino al campo da calcio. Le indagini sono ancora in corso e i militari stanno ascoltando ancora numerosi testimoni. Probabilmente saranno anche acquisite le immagini di alcune telecamere presenti nella zona.