"Tutto come in un film, un film in cui ti meravigli che stia capitando proprio a te e non sai cosa fare": Ricoverata all'unità coronarica dell'ospedale Renzetti di Lanciano, Niva Bazzan, 70 anni, ha la forza di raccontare all'inviato del Corriere della Sera cosa ha vissuto la notte tra sabato e domenica scorsi.
Quattro rapinatori incappucciati e ben vestiti, hanno fatto irruzione nella sua villa a Lanciano in provincia di Chieti, mentre sia lei che il marito, il chirurgo vascolare in pensione Carlo Martelli, di 69 anni, dormivano. I malviventi li hanno massacrati di botte in cerca di una cassaforte che nell'abitazione non c'era.
Alla donna per ritorsione hanno tagliato il lobo dell'orecchio destro.
Rapina in villa, ricordi traumatici
Non sarà possibile ricostruirle il padiglione auricolare perché, come riferito dalla Asl in una nota, il lembo era già in avanzata necrosi. Ma Niva Bazzan, ex infermiera, di questo sembra non curarsi. Va alla radice del suo male: ora che ha paura di tutto e sobbalza se qualcuno le si avvicina all'improvviso, spera di liberarsi presto dall'angoscia, di poter tornare a una vita normale, di non dover essere condizionata a vita dai ricordi di quei terribili momenti.
Ieri sera, Niva è stata accompagnata a far visita a suo marito, ricoverato come lei nello stesso ospedale ma nel reparto Chirurgia per il trauma cranico facciale causato dalle botte che i rapinatori gli hanno dato.
Rivederlo col volto tumefatto ha amplificato il suo dolore e i ricordi traumatici. Stava dormendo quando ha sentito una mano addosso, è stata risvegliata a ceffoni, scaraventata a terra, legata, imbavagliata e portata nella stanza dove c'era suo marito.
Lobo tagliato senza alcuna pietà
In balia dei rapinatori, era stupita, tentava inutilmente di divincolarsi e, malgrado il nastro adesivo sulla bocca, cercava di implorarli di lasciar stare Stefano, il figlio disabile, per fortuna illeso, di non infierire perché in casa non c'erano soldi né cassaforte.
I banditi non ci credevano e hanno continuato ad accanirsi sul marito prendendolo a botte.
Poi, senza alcuna pietà, se la sono presa con lei: ricorda di non aver sentito dolore mentre il più cattivo dei quattro criminali, quello che parlava bene l'italiano, le ha tagliato un pezzo dell'orecchio destro, proprio mentre le strappavano lo scotch dalla bocca.
Quando ha visto il sangue, ha pensato solo che sia lei che il marito sarebbero morti in un dramma irreale nella sua ferocia.
Il bandito continuava a ripetere che li avrebbe uccisi. Ciò che la sconvolge di più è "la violenza, non giustificata dal fine". Qualcosa che non si spiega. Malgrado ciò, Niva ha raccontato al Corriere della Sera di non provare rabbia ma dispiacere, per lei, il marito, ma anche per quei delinquenti. Uno di loro, il più 'umano', le ha poi offerto un bicchiere d'acqua e si è messo a guardare le foto che erano sul suo cellulare dell'ultima vacanza a Dubai fatta con suo marito.
Rapina in villa, tanta violenza per un magro bottino
La procura di Chieti ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per rapina e lesioni aggravate.
Sembrerebbe trattarsi di una banda specializzata in rapine efferate, almeno sei commesse nella provincia, compresa quella a un tabaccaio lo scorso marzo a San Vito Chietino, comune poco distante da Lanciano. Al commerciante è stato amputato un dito indice.
Stessa modalità e ferocia della rapina di domenica per cavarne un bottino assai magro: due orologi del chirurgo del valore complessivo di 5-6mila euro, più i prelievi fatti con i tre bancomat e le due carte di credito che la coppia ha consegnato alla banda con i codici: per la squadra mobile di Chieti non più di 2mila euro in contanti. Le telecamere di sicurezza di alcune delle banche dove i banditi hanno prelevato avrebbero fissato i volti di due rapinatori.