Sulla terribile fine di Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina ritrovata senza vita in uno stabile dismesso ed abbandonato in via dei Lucani 26 (quartiere San Lorenzo) a Roma, spuntano particolari agghiaccianti. La giovane sarebbe morta dopo ore ed ore di abusi e sarebbe stata uccisa "per divertimento". A sostenerlo sono il procuratore aggiunto Maria Monteleone ed il pm Stefano Pizza nell’ordinanza di convalida del fermo dei tre clandestini indagati.
Uccisa per divertimento
Il corpo di Desirée è stato rinvenuto senza vita, in seguito ad una chiamata anonima giunta in piena notte, tra il 18 ed il 19 ottobre scorso. In un primo momento si era pensato che quella ragazza, riversa su un materasso in uno stanzone sporco in un cantiere abbandonato non lontano dalla stazione Tiburtina, fosse una giovane sbandata, una tossicodipendente. Invece, Desirée, era poco più di una bambina, arrivata chissà come in quell'inferno.
In manette, per la sua morte, sono finiti per il momento due senegalesi, Gara Mamadou (26 anni), Minteh Brian (43 anni) ed un nigeriano, Alinno Chima (46 anni).
Tutti irregolari. Tutti, secondo l’accusa - messa nero su bianco dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Stefano Pizza - avrebbero agito come "belve". Nell'ordinanza, infatti, si legge che i tre avrebbero violentato ed ucciso Desirée "per divertimento" e "con crudeltà" dopo averla drogata ed averla ridotta in stato di incoscienza. L'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di un vortice di perversione e di ben 12 ore di abusi.
Le parole del padre
Ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire. Desirée, secondo i famigliari, non aveva mai fatto abuso di droga, ma ultimamente aveva iniziato a comportarsi in maniera strana. Mamma Barbara era talmente preoccupata per la figlia da arrivare a chiedere aiuto all'ex coniuge, Gianluca Zuncheddu.
L'uomo, arrestato per spaccio nel 2012 nell’ambito dell’operazione denominata “Bassotti”, ad agosto era stata informato dall'ex moglie che Desirée aveva frequentazioni sospette e rientrava tardi. Inoltre, era stata coinvolta in uno strano giro di psicofarmaci.
Gianluca, nonostante un divieto di avvicinamento a moglie e figlia, ha tentato di risolvere la situazione a modo suo e, un giorno, mentre la figlia era in compagnia di due stranieri, l'ha raggiunta, ha alzato la voce, ha allontanato a muso duro gli immigrati e, accecato dalla rabbia, ha preso a schiaffi la sua Desy.
La ragazzina, però, lo ha denunciato e fatto arrestare per maltrattamenti. L'uomo, però, non si è dato per vinto e, nonostante i domiciliari, è riuscito a farle terra bruciata intorno: nessuno avrebbe mai dovuto venderle un'altra dose a Latina. Forse è anche per questo che la ragazzina ha cominciato a frequentare Roma e i luoghi dello spaccio di San Lorenzo.